“Grazie a Dio, sono
ateo”. Chissà se è ancora possibile oggi rivendicare un felice ateismo come
quello di Luis Bunuel. Un onesto e sincero ateismo che non ha bisogno di
giustificare se stesso. Pare infatti che ormai non sia più possibile
dichiararsi non credenti senza aggiungere subito parole di estremo rispetto per le
religioni ed elogi entusiastici al Papa. Al contrario, i credenti non si
sentono affatto obbligati a esprimere rispetto nei confronti degli atei e,
anzi, in qualche caso si stentono autorizzati a insultarli e a compatirli. Ora
pensate se io qui scrivessi che compatisco o provo tristezza per un cristiano o
un musulmano, apriti cielo. Quanto a papa Francesco, dice belle cose e ne fa
alcune importanti, soprattutto sul paino simbolico, che pure conta. Sul piano
pratico, tuttavia, la Chiesa rimane una gerarchia di potere perfettamente
funzionale a un mondo dove l’1 per cento degli uomini dispone ormai delle
stesse ricchezze del rimanente 99 per cento. Con gloriose eccezioni,
naturalmente, di minoranze che lottano dalla parte dei poveri come imporrebbe
il Vangelo. Ma anche con clamorosi scandali che si perpetuano, come la
permanenza dello Ior, paradiso fiscale gonfio di capitali di oscura origine. Lo
stesso discorso si può fare per le gerarchie dell’Islam, che benedicono società
ingiuste nel nome di Allah. Le religioni hanno in genere un cattivo rapporto
con la democrazia e la giustizia sociale, per motivi anche ovvi di principio e
di prassi. Se la sovranità non spetta ai popoli ma a Dio, se la giustizia non è
di questo mondo ma dell’aldilà, non v’è ragione di battersi per i diritti in
questa vita. Su questo punto le religioni monoteiste differiscono pochissimo ed
è bizzarro voler stabilire classifiche fra Islam o Cristianesimo o Ebraismo.
Tutte le religioni storicamente preferiscono regimi dispotici alle istituzioni
democratiche. Nel secolo scorso il Vaticano ha trattato molto meglio con
Mussolini e Hitler e Franco che non con i governi repubblicani. In Sudamerica,
come sicuramente ricorderà papa Bergoglio, le gerarchie cattoliche hanno
affiancato i peggiori regimi fascisti e ne hanno coperto e giustificato i
crimini contro l’umanità. Esistono, certo, altre eccezioni e il vasto mondo è pieno
di associazioni cattoliche che praticano ogni giorno la fratellanza e la
solidarietà, al pari e al fianco di altre associazioni di ispirazione laica. Se
ne può dedurre che credere o non credere in Dio non influisce sull’epicità dei
comportamenti. Intorno alla tragedia di Charlie
Hebdo si è anche sviluppato uno strano dibattito sulla liceità della satira
contro le religioni. Secondo molti giornali anglosassoni, quelli di Charlie se
la sarebbero un po’ cercata, perché non bisogna offendere le religioni.
Addirittura qualcuno si è spinto a sostenere che offendere l’Islam equivale a
offendere tutti i popoli islamici e quindi si tratterebbe di razzismo, una
teoria assurda quest’ultima. A chi ne è convinto bisognerebbe consigliare un
corso di storia della comicità ebraica.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 30 gennaio 2015 -
Ho cercato la mail di curzio maltese ma non l'ho trovata. Avrei voluto fargli, a vantaggio dei suoi lettori, un paio di domande. 1) Ha citato hitler e mussolini, ma stalin dove lo mettiamo? Nel libro Cuore? 2) Dice che dove c'è la religione non c'è giustizia sociale. Possiamo avere un esempio di nazione dove si sono sbarazzati della chiesa e c'è o c'è stata la giustizia sociale? L'unione sovietica? La cambogia di pol pot? La corea del nord?
RispondiElimina