E’ il futuro che vaga da decenni da
una clinica all’altra, da un chirurgo all’altro. Una volta gli rifanno il
nasino all’insù, un’altra gli fanno i piedi palmati, quella successiva gli iniettano
liquidità. Deve sembrare se stesso, un ruolo che non gli si addice e che cambia
di settimana in settimana.
E’ per questo che non vuole più farsi vedere neppure dalle persone più care.
Dice, ma il futuro? E’ fuggito due notti fa, lo cercano ma ha dei complici che
lo nascondono, tanto poi per definizione nessuno lo conosce. A questo punto chi
paga è il presente, travestito ogni mattina da finti esperti nelle maniere più
improbabili, quel presente che arringa la folla su quello che succederà, ma soprattutto
tace su quello che tutti sanno. Un presente che invecchia orribilmente senza
poter morire, come da contratto.
maxbucchi@yahoo.it. – Venerdì di
Repubblica – 23 Gennaio 2015
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