Non è chiaro se le donne siano genericamente antipatiche agli
uomini ma anche alle donne stesse, oppure facciano paura, agli uomini ma anche
alle donne stesse. A tempi alterni naturalmente, perché ci sono stati anni in
cui non solo prevaleva la sorellanza, ma persino gli uomini, non tanti ma
insomma abbastanza e per lo meni i più chiacchieroni, si sentivano in colpa per
il passato maschile che aveva oppresso le donne. E loro esageravano in un
femminismo maschile persino fastidioso. Ma si è capito subito che ogni
conquista delle donne andava difesa in continuazione, perché non c’era alcuna
sicurezza che prima o poi non si tentasse di abolirla. Vedi per esempio
l’interruzione di gravidanza, che ogni tanto salta su un Giovanardi che
vorrebbe tornasse clandestina e criminale, ma intanto è resa comunque difficile
dai medici obiettori cui è appena stato restituito il permesso di obiettare. E’
semplicemente un ritorno al passato, di cui le ragazze d’oggi non si rendono
conto: e infatti detestano il femminismo delle loro madri, di cui in realtà non
sanno nulla, e credono che voglia dire solo rifiutare gli uomini e quindi
l’amore che giustamente vogliono a tutti i costi (come le madri), tornando
persino a quella sottomissione che reputano indispensabile per tenersi un uomo.
E gli uomini, in questa condizione fluida e a loro favorevole, stanno tornando
alla loro misoginia, alla diffidenza verso quella sconosciuta e talvolta temuta
controparte.(..). I terroristi islamici si accaniscono sempre di più contro le
donne (rapimenti, stupri, bambine Kamikaze). e nel bel film Timbuktu del regista del Mali Sissako,
mostrano tutta la loro stupida violenza condannando alle frustate la ragazza
sorpresa a cantare e obbligando le donne già totalmente velate a portare i
guanti per non mostrare neppure un centimetro di pelle. Ma anche la realtà è
peggiorata: in Turchia è stato chiesto alle donne di non ridere in pubblico e
anche alle donne incinte di non farsi vedere, ma in quel Paese un tempo non
oppresso dalla religione le donne si sono ribellate, hanno riempito le piazze,
hanno postato a migliaia le loro foto ridenti. In Arabia Saudita due ragazze
che hanno osato disubbidire al divieto di guidare la macchina sono state
arrestate con l’accusa di terrorismo. Del resto pare di essere tornati anche in
Italia ai processi per stupro degli anni 70 con la sentenza della Cassazione di
Vicenza che ha concesso di rifare il processo di appello per concedere
eventuali attenuanti al marito stuprato in stato d’ubriachezza. (..). E’ vero
che stanno anche adesso risorgendo il razzismo, l’antisemitismo e probabilmente
una forma di antifemminismo, che si concretizza in Occidente come nella fine
800 raccontata da Dijkstra, anche attraverso romanzi e film. Per esempio Dacia
Maraini si è indignata per il film di grande successo Amore bugiardo, in cui la bella moglie di un uomo inconcludente e
adultero riesce con massimo ingegno a tramare omicidi e vendette, definendolo
“profondamente arcaico e misogino” e un “complotto contro il femminismo”. Ma
potrebbe essere anche il contrario, e la sua protagonista una nuova diversa
femminista adatta a questi tempi pericolosi. Infatti l’autrice del romanzo,
Gillian Flynn, si dichiara femminista e a me la sua Amy è apparsa come una nuova
eroina che ritrova il potere della cattiveria e della seduzione per difendersi
dalla nuova violenza degli uomini.
Natalia Aspesi – Donna di Repubblica – 21 febbraio 2015 -
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