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domenica 3 febbraio 2013

Lo Sapevate che: Il Festival di Sanremo....


E Stavolta Tutto L’Ariston E’
Pronto A Ballare il Tweet

Il Festival di Sanremo vince quando interpreta lo spirito del tempo. Nel caso di quest’anno non ho dubbi che la task force di Fabio Fazio riuscirà nell’impresa. Fazio è uno che due mesi fa confessava di non conoscere twitter e adesso twitta da mane a sera che è una bellezza, quindi è improbabile coglierlo impreparato alle svolte molecolari della storia (come avrebbe detto Gramsci, che non si rivolterà nella tomba perché egli stesso impiegò del tempo a studiare Carolina Invernizio).
La regola da seguire per la realizzazione del festival come evento televisivo è fondamentalmente leninista: il festival dev’essere un passo avanti rispetto alle masse. Se i passi avanti sono due, si torna indietro perché le masse (leggi: telespettatori) non ti seguono. Se però non c’è neanche un passo avanti, il festival non viene vissuto come una novità e un evento (e ugualmente non ti seguono). Devi sorprenderli senza spaventarli. Discorso che si potrebbe generalizzare: la televisione generalista italiana, Rail in primis, è Sanremo (e viceversa).
Oggi Rail ha un direttore molto simile a Fazio per fiuto rabdomantico, Giancarlo Leone, e uno che su twitter si firma @gianKaleone non è certo distratto rispetto alle modifiche del panorama mediatico.
Mi sono accorto che ho citato i due maestri di festa del prossimo Sanremo e in entrambi i casi ho citato twitter. Beh, questo sarà di festival di twitter. D’altronde, secondo i dati presentati recentemente al Ces, la fiera mondiale dell’elettronica consumer, in America il 40 per cento dei telespettatori spappolano con il proprio cellulare o il proprio tablet mentre guardano la tv, e nei casi di eventi televisivi la percentuale cresce a dismisura. Non c’è nessun motivo per cui non accada anche qui, nel Paese dei Telefonini. In più, un tweet o un messaggio su WhatsApp non costano niente. E in tempi di crisi, ritrovarsi sul sofà (magari con l’iPad in mano) è molto rassicurante anche per chi fino a ieri snobbava la settimana delle canzonette.
Quindi questo sarà il Sanremo del grande abbraccio digitale tra tv e internet, tra cinguettii e gorgheggi, tra digitale terrestre e wifi.
Uno può dire: sì ma gran parte dei telespettatori abituali di Sanremo non sono esattamente dei “nativi digitali”, quindi che c’entra?
C’entra, c’entra. Perché l’idea di poter sparlare con le amiche sulla mise dell’ospite femminile o sull’avvenenza del giovane cantante avrà la meglio sull’analfabetismo tecnologico.
Possiamo dire quindi che le serate tv di Sanremo faranno per l’alfabetizzazione informatica quello che Lascia o raddoppia fece per l’apprendimento della lingua italiana nel secolo scorso? D’accordo, non esageriamo. Però si va in quella direzione. Se ci pensate. Sanremo è sempre stato un elemento di modernizzazione per il grande pubblico, anche nel campo musicale. I più importanti cantanti e gruppi inglesi e americani, considerati celeberrimi dai giornalisti cammellati al festival e dal pubblico più giovane, risultavano sconosciuti alla casalinga di Voghera, ma ebbero tutti il proprio battesimo di massa con la presenza sul palco del Festival.
Quindi il Festival sarà iper-televisivo ed ubiquo, perché il futuro della televisione nell’era di internet non è quella di scomparire, ma di rifarsi viva dove meno te l’aspetti. Perché Sanremo è Sanremo, ma anche la tv non scherza.
Gregorio Paolini – Venerdì di Repubblica – 18-01-13

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