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giovedì 7 febbraio 2013

Lo Sapevate Che: Lo Slancio Del Progresso...


Ma Lo Slancio Del Progresso Si E’ Esaurito

Leggo in qualche rivista che gli americani si preoccupano perché il loro slancio creativo, è quello dei popoli bianchi
in generale, si è inaridito: I loro economisti, con quella meravigliosa capacità che li distingue di applicare metodi di ricerca assai raffinati ai temi correnti della vita quotidiana, dimostrano cifre alla mano che le nuove invenzioni sono rare; e sono, soprattutto, meno travolgenti: non creano più, come succedeva nel passato, nuove industrie, nuovi stili di vita, nuova ricchezza. La macchina a vapore, il motore a scoppio, l’elettricità, i treni e gli aeroplani avevano trasformato in pochi decenni la nostra esistenza. Enormi sono stati i progressi della medicina. Nel giro di un secolo la vita degli esseri umani è cambiata più che nei millenni precedenti. Ultimi sono arrivati i miracoli dell’elettronica: passeggiamo in piazza Venezia, tiriamo fuori dalla tasca una scatolina, e ci mettiamo a discorrere con un amico che passeggia a Hong Kong. Ma poi? Con l’elettronico lo slancio si è esaurito: quel che è peggio, le nuove invenzioni, le nuove applicazioni, non hanno sulla nostra vita l’impatto delle invenzioni precedenti. L’iPad, tanto per intenderci, è un bel giocattolo, ma lascia il tempo che trova.
Interessante. Quel che però mi sorprende, a mio avviso, non è la scoperta del fenomeno, ma il fatto che esso susciti stupore. Che cosa ci si aspettava dunque? Che si progredisse all’infinito, a quel ritmo folle degli ultimi cento anni? E’ vero: nell’Ottocento si era diffusa nell’Occidente la leggenda che il progresso sarebbe continuato all’infinito, diventando sempre più vorticoso; che gli esseri umani sarebbero progrediti fino a dare vita al Superuomo. Che ingenuità! Già allora George Bernard Shaw, scrittore irlandese, sorrideva e scriveva una commedia. Man and Superman, che di quelle illusioni si prendeva gioco. Oggidì abbiamo capito come stanno le cose, e ci chiediamo se l’uomo bianco sopravviverà, in un mondo sempre più giallo e sempre più nero.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 1-2-13

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