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mercoledì 13 febbraio 2013

Lo Sapevate Che: Debiti e Tangenti.....


Una città Sotto Scacco Per Debiti E Tangenti:
Provate A Dire Qual’E’

Arrivo nella città di P. Mi accolgono tre ponti spaziali e uno scatolone fatto a fettine che avvolge misteriosamente un tratto della ferrovia ad alta velocità.
Lungo il fiume che attraversa la città, vedo un altro ponte. Per metà è occupato da un altro scatolone vuoto. Una grossa vasca per pesci fantasma.
Nella città di P. è stato eletto un giovane sindaco che pensava di amministrare un comune un po’ in crisi e poi ha scoperto che la situazione era disastrosa. Perché la città di P. ha speso soldi che non aveva e, per fare grandi opere che non poteva permettersi, ha ottenuto servizi da aziende che non poteva pagare e che stanno fallendo, mentre usava il denaro per comprare il silenzio di politici e imprenditori che sapevano.
Tutto ciò è avvenuto tra i sorrisi macabri dei baroni locali alle prime dell’opera lirica. E quando è arrivato il giovane sindaco, le banche gli hanno detto di adeguarsi all’andazzo. Lui si è rifiutato e le fondazioni bancarie hanno smesso di finanziare restauri e teatri, eventi e musei, mettendo la città di P., che è anche una città d’arte, in ginocchio. Anche il teatro lirico, salotto della borghesia impellicciata, per poco non è fallito.
Nella città di P. c’è uno dei padroni del cemento nazionale, ma anche lui è una scatola vuota. Vince gli appalti e li subappalta. E’ come quei produttori di vino che posseggono il copyright sul marchio, ma non hanno mai a che fare con grappolo d’uva.
E poi c’è il calcio. Giocatori comprati per finta, milioni formalmente usciti da casse che in realtà erano già vuote. Scambi di favori per giustificare fondi scomparsi.
Il giovane sindaco rientrerà nella logica di chi lo ha preceduto? Si metterà nelle mani delle Banche? In questo modo risolleverà momentaneamente  le sorti di P., ma nel futuro pioveranno escrementi sulla città.
Il meccanismo è tanto facile, quanto mostruoso. Per questo non ho indicato il nome vero di questa città. Potrebbe essere una qualunque del nostro Paese. Piccole o grandi città nelle mani di una politica che pretende di avere un uovo oggi e poi far morire di cancro la gallina domani.
Tutto questo me lo racconta il portiere di un albergo. “Al mio paese avevo una gelateria” dice. “L’ho dovuta vendere a chi mi chiedeva il pizzo. Per questo undici anni fa sono venuto nella città di P. C’ho due figli: Mia moglie è stata trasferita al Sud. Io mi sono rimesso a studiare per farmi un curriculum. Appena possibile, la raggiungo coi bambini. C’ho 38 anni, dici che lo trovo un lavoro?”.
Ascanio Celestini – La pecora Nera – Venerdì di Repubblica. 8-02-12

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