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sabato 16 febbraio 2013

Lo Sapevate Che: Educati Alla Bellezza...


La Bellezza è un valore da coltivare sempre, a cui educarsi incessantemente

Non si deve aspettare il momento in cui i ragazzi arrivano all’età in cui pensano di sé che sono brutti, sporchi e cattivi, per proporre la bellezza come un valore portante della vita e, soprattutto, come un elemento propulsivo nella ricerca di equilibrio e armonia che caratterizza il cammino verso la maturità.
La bellezza è un valore da coltivare sempre, a cui educarsi incessantemente. Occorre innanzitutto imparare a camminare piano e guardare intorno a sé ogni cosa con curiosità e stupore; ma serve ancor più comprendere che il bello da solo non sarebbe niente se non si avesse la capacità di risalire dalla sua manifestazione sl duo artefice. Quando un bambino esclama “che bello!”, sta invocando gli adulti a spiegargli da dove nasce quel che sta ammirando, perché la meraviglia verso ciò che è straordinario possa trasformarsi in contemplazione, cioè in un atteggiamento spirituale che sta a monte di ogni possibile esperienza autenticamente umana.
Vi è poi, oggi, un’altra esigenza importante: che i ragazzi possano uscire da un luogo comune tanto diffuso quanto fuorviante che suona all’incirca così: “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”. Questo è un momento storico terribile, non soltanto perché la bellezza rischia di restare sepolta sotto cumuli di immondizia sociale, ma anche per la sua frammentazione nei mille rivoli della soggettività e dell’individualismo.
I genitori hanno allora il dovere di continuare a credere – in controtendenza rispetto alla cultura corrente ma anche nonostante il disincanto e scetticismo dei loro stessi figli – che la bellezza p un dono universale, che viene dall’alto e può essere accolto da chiunque sia disponibile a costruire la bellezza esteriore perché ha cura di quella interiore: il bene e il bello sono di fatto inseparabili. Le famiglie sono chiamate ad essere vigilanti e profetiche: se davvero vogliono che la bellezza possa contagiare i giovani e orientali a mettersi al servizio del bene, devono promuovere con decisione l’amore per il bello e viverlo con un senso autentico di solidarietà con il prossimo: privatizzare la bellezza è stato uno dei peccati più gravi della contemporaneità, il modo più brutto di infangarla. Devono anche dimostrare concretamente la speranza che il brutto non sia eterno quanto ciò che è bello.
I ragazzi non sono affatto insensibili a tutto questo; ma hanno bisogno che qualcuno li ami tanto da essere pronto anche ad aiutarli a riscoprire e valorizzare la bellezza dovunque essa si esprime (a partire da quel che è dentro di loro) e che abbia la saggezza e la pazienza necessarie perché tutti insieme si abbia la forza di transitare dalla figurazione alla trasfigurazione della realtà.
Marianna Pacucci – Bollettino Salesiano – Febbraio 2013

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