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martedì 12 febbraio 2013

Lo Sapevate Che: Gli Gnomi....


E diventata ormai una bella e allegra consuetudine , tutti gli anni a Carnevale, mettere in scena una rappresentazione fra amici, da Fogola.
Stavolta abbiamo scelto una fiaba-saga nordica, pièce in versi dell’amica Albertina Zagami divisa in quattro siparietti con personaggi di fantasia, gli gnomi, emigrati dall’Irlanda in Africa, capitanati dal loro capo  O’ Mellow, a bordo di piccole imbarcazioni costruite incavando piccoli tronchi d’albero; sono dei mimi, a loro dà voce Nazarena. Siate indulgenti, non siamo dei Marcel Marceau e neppure dei Brachetti o dei Fiorello anche se la Braidotti e Guglielmo si sono destreggiati in modo mirabile nel fabbricare, con molta fantasia, scene e costumi e gli attori ce l’hanno messa tutta con passione e senso dell’umorismo.
Siamo passati dalle commedie di Goldoni a piccoli, graziosi personaggi, gli gnomi da non confondersi coi nanetti, coi folletti, le ninfe e tantomeno con gli spiriti maligni. Oggi sono stati quasi del tutto dimenticati da noi grandissimi cementifica tori e asfaltatori in nome del progresso e soprattutto degli Euro e/o Dollari. Infatti questi esseri minuscoli e pacifici di appena 15 centimetri, vivevano, a contatto con la natura, nei boschi, nelle grotte, nei granai, facendo la guardia al bestiame e ai raccolti; in seguito, con il deterioramento progressivo dell’ambiente, si sono resi invisibili quasi ad ammonirci che inquinando e maltrattando sorgenti, terreni e foreste ci avviamo a distruggere l’unico nostro (e loro) meraviglioso pianeta.
Oggi che qualcuno si preoccupa di salvare il salvabile della paziente Madre Natura, cìè la speranza che questi esserini ricompaiano alla nostra vista. Loro, creature della Notte, in una luce nuova, tornando a sorriderci pieni di gratitudine, se poi non dovessimo rivederli, in ogni caso vivremmo meglio.
La prima immagine di uno gnomo, nota come la statua di Uppsala, risale a oltre 2000 anni fa. Circa la loro reale esistenza, esistono leggende e testimonianze, tra cui quella di un sergente romano in pensione, Publius Octavius che, a Leida in Olanda, dichiarava di avere visto strane personcine con indosso un berretto rosso, una camicia blu, barba bianca e pantaloni versi in tutte le stagioni dell’anno; parlavano in olandese antico frammischiato ad altre parole sconosciute; alcuni di loro vivevano in vecchi mulini a vento abbandonati dagli uomini. Tutto questo nel 47 a.C.
Dopo la caduta dell’Impero Romano, si erano sparpagliati in Tutta l’Europa, prediligendo i paesi nordici con puntatine in Africa o Asia.
Eleggevano il loro re e vivevano in condizioni di uguaglianza; su questo però non tutti sono concordi: c’è chi dice che il re abitava in un castello sfarzoso circondato da miniere d’oro con i sudditi trattati come schiavi; le solite due verità di sempre.
Gli gnomi pesavano 300 e le gnome 250-275 grammi e pur così minuscoli. Gli uni e le altre erano ritenuti molto intelligenti dall’uomo. Oggi diremmo che il vino buono sta nelle botti piccole; erano agilissimi, con un odorato finissimo che “vedeva” la natura, allora incontaminata, col naso; avevano una notevole percezione extrasensoriale che consentiva loro di prevedere incendi, terremot, inondazioni.
Senza elaborazioni elettroniche o satellitari, facevano delle esatte previsioni del tempo; avevano il senso della direzione senza bisogno della bussola. Molto robusti, sopportavano qualsiasi temperatura; nelle giornate più rigide lo gnomo, al massimo, teneva le mani sotto la folta barba e le gnome nelle maniche dei loro vestiti. Nel sangue degli gnomi vi era una super adrenalina che moltiplicava la loro resistenza fisica; il maschio era ritenuto sessualmente valido fino a 350 anni; molto apprezzate le gnome rotonde e poppute, anche loro vivacette anzichenò.
La loro vita durava, decennio più decennio meno, 400 anni anche per la vita sana che conducevano, vegetariana con qualche rara tirata di pipa e un uso moderato di bevande poco alcoliche. Raggiunto il traguardo dei 400, si avviavano quasi in dissolvenza, verso la montagna dell’oblio persa nel mistero. Le ore erano scandite da un orologio a cucù regalato da parenti e amici il giorno delle nozze e gli anni, dalla crescita di una quercia piantata il giorno della nascita.
Si sposavano a 100 anni dopo, un lungo corteggiamento e regalini da parte dello gnomo alla prescelta; il futuro suocero si accertava che la casa dei nubendi avesse tutti i confort, con i mobili fabbricati e scolpiti dal futuro genero-gnomo e, solo se tutto era perfetto, dava il suo consenso. Il matrimonio avveniva a mezzanotte sotto la quercia della sposa alla luce delle lucciole e della luna che li guardava col suo faccione sorridente; colonna sonora lo stormire del vento fra le foglie degli alberi; più poetico e romantico di così non si può. Il viaggio di nozze avveniva a cavallo di oche selvatiche, cigni o cicogne e il matrimonio consumato nelle tane di conigli complici, nelle cavità dei tronchi d’albero o nelle grotte. Al ritorno,  visita al re e alla regina felici di conoscere i loro sudditi. Dieci o dodici figli allietavano la loro lunga unione.
Per divertirsi, i bambini si applicavano i semi alati dell’acero sulla schiena e giocavano a fare le libellule o, rivestiti dal guscio di una castagna, a mo’ di ricci, si divertivano a spaventare i topi campagnoli. Alle bambine piaceva giocare con fiori di salice, li vestivano da bambole e le mettevano a nanna. Tutti i bimbi si divertivano con l’altalena, a mosca cieca o, d’inverno, a giocare a palle di neve.
La vita quotidiana iniziava alla sera perché gli gnomi erano figli della notte. Incominciavano la loro laboriosa nottata, facendo colazione con tanto buon latte e miele.
Lo gnomo era carpentiere, tessitore, allevatore nato; all’occorrenza sapeva curarsi anche le ferite e le fratture con rimedi omeopatici ricavati dalle piante; erano bravissimi nella prativa dell’agopuntura con aghi d’oro o d’argento fabbricati da loro. Si dice che i cinesi abbiano appreso proprio da questi esserini l’agopuntura.
Gli gnomi vivevano come in un sogno in mezzo alla natura, godendo di tutto soprattutto delle cose semplici. Dovremmo meditare su questo noi uomini e donne di oggi che maltrattiamo il pianeta in cui viviamo quasi ne avessimo un altro di riserva.
I personaggi rappresentati oggi sono, oltre all’onnipotente fnomo O’Mellow: 1) il Leone senza denti contornato da una tigre, una zebra, un cammello. 2) Susanna la balena rosa con il Lupo Fosco, la Capretta, la balena e il balenottero.
3) Mariannina la formichina seguita da una formichina, da una rana, da un fringuello, da un alce gigantesco.
4) La Cicogna smemorata a causa di una sciagurata caduta battendo la testa, la cicogna , la tartaruga Lorely, gnoma Eva e Mimì la scoiattolina.
Carnevale 2008 – Domenico Bicchi

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