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Un Abuso Di Potere: Il Concilio Abortito
Temo che durante il Vaticano II ci fu proprio una sorta di abuso di potere.
A mio parere il Concilio terminò con la morte di papa Giovanni XXIII; con Paolo VI, ma sarà poi la Storia a giudicare, cominciò un’opera di paradossale frenata del Concilio stesso. Venne soffocato sul nascere quel forte vento dello Spirito che aveva spiegato le vele della Chiesa universale, in quei giorni straordinari. Accadde, per esempio, che Paolo VI avocò a sé il tema degli anticoncezionali: fu materia da cui escluse l’elaborazione dei padri conciliari. Ecco un bell’esempio di uccisione della democrazia e dello spirito di collegialità. Un abuso di potere.
La storia dell’enciclica Humanae Vitae è nota ai conoscitori di cose vaticane. Paolo VI istituì una commissione in cui 47 padri conciliari votarono a favore della pillola contraccettiva, tutti convinti di voler offrire finalmente una bella enciclica di apertura alla modernità. Poi, lo stesso Paolo VI istituì una seconda commissione di 100 membri in cui pose come presidente il cardinale Ottaviani, non certo uno spirito riformatore; solo alla fine, e solo alla fine, decise di inserire anche una coppia di sposi.
E io mi chiedo, ancora oggi, sospirando: ma insomma, si parla di anticoncezionali, vorrai pur inserire qualcuno che sia coinvolto nella questione e ci capisca qualcosa oltre ai celibi e ai religiosi? Al termine della dura discussione ci furono 96 voti contro gli anticoncezionali. Il papa concluse l’enciclica con un invito patetico ai pastori: siate misericordiosi con chi viene a parlare con voi e vuol essere perdonato per l’aborto o l’anticoncezionale. L’Humanae Vitae contraddice il primato della coscienza personale! Non concede alcuno spiraglio! E il papa successivo, Karol Wojtyla, non cambiò neppure una virgola.
Siamo tornati indietro. La collegialità dei vescovi era tutto quello che voleva e sperava papa Giovanni XXIII. Niente da fare. La Chiesa è ancora una piramide di potere: è l’unica monarchia assoluta rimasta sulla terra, insieme a poche altre eccezioni come l’Arabia Saudita e lo Swaziland, manco più l’Imperatore della Cina, che non c’è già da tempo, e neppure quello del Giappone, che è lì sul trono ma non conta niente.
Come si fa a parlare di fraternità in una monarchia assoluta? E’ indubbio che la Chiesa cattolica è santa e gloriosa in virtù di Cristo. E non c’è bisogno di vescovi o di papi per renderla tale. La Chiesa è gloriosa, ma anche semper penitens penitente. E aggiungo con Lutero: semper reformanda, cioè sempre bisognosa di adeguarsi ai tempi, perché la Buona Notizia è sempre la stessa e non muta, ma va declinata nella storia e nelle culture che cambiano.
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Don Andrea Gallo – Come Un Cane In Chiesa -
Una delle gravi colpe della chieda di Roma è quella di allontanare le persone.
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