La Modista
Con guardia e ladri
Introdotto da Bruno Quaranta, Andrea Vitali ha presentato ai Caffè Letterari il suo ultimo libro romanzo, La Modista.
Vitali si è autodefinito un medico condotto a doppio grado, in una località del lago di Como, Bellano. Il suo libro è un affresco di caratteri e di personaggi che lui ha dipinto come aveva già fatto nei suoi sette libri precedenti.
E’ stato accostato a Piero Chiara anche lui scrittore di lago, affezionatissimo alla sua Luino e anche al Manzoni per via dello stesso lago di Como in cui si svolge parte del capolavoro della letteratura italiana. Come grande raccontatore di storie, Andrea, ama molto Giovanni Arpino.
Il lago è una strana realtà enigmatica in cui sono sotto gli occhi di tutti, dal sindaco alla guardia, ai ladruncoli con, al centro della vicenda, una procace modista. I ritratti sono magistralmente scolpiti con ironia e come specchiati nelle stesse acque.
Negli altri romanzi Vitali si era mosso agevolmente nel ventennio fascista o nell’immediato dopoguerra ma, a suo giudizio, tra allora e oggi non vi è poi una grande differenza; la gente continua ad usare soprannomi bizzarri che compaiono nel libro e ha sempre gli stessi vizi privati e le stesse pubbliche virtù. La situazione sociale ed economica è rimasta immutata fino agli anni 70; solo con la crisi del settore tessile le cose sono un po’ cambiate con un lento processo di decadenza.
Come medico di base ha fatto tesoro delle confidenze dei suoi 40-50 pazienti che ogni giorno affollano il suo ambulatorio.
Ciascuno racconta, al di là dei malanni veri o immaginari, le sue storie al dottore confidente. La signora Tettamanzi è andata 144 volte in un anno, con il pretesto di dolori vari, a raccontare vita, morte e miracoli dei suoi paesani. Gli ammalati continuano ad essere una fonte di racconti di vicende vissute da cui si evince che la vita di provincia, oltre a periodi di morta, ha sprazzi notevoli di vitalità e vivacità.
Personaggi bizzarri come un suo compagno di scuola delle elementari pallido come un morto con il padre che costruiva barche a forma di bara con cui andava alla ricerca di spiaggette solitarie che lui definiva mortorio. Dopo la pubblicazione di ogni suo libro, i compaesani vanno in ambulatorio a fargli le pulci e a rilevare criticamente che le vicende e i personaggi raccontati di Bellano sono diversi da quelli reali.
Quando la vicenda si svolge nel periodo ante Merlin, la sua consulente è una ex tenutaria di case di tolleranza che gli racconta, con dovizia di particolari, particolari piccanti che lui, per ragioni anagrafiche, non può conoscere se non per sentito dire.
Ama molto ascoltare i racconti delle nonne depositarie di una saggezza e le zie zitelle che, con i loro consigli, potrebbero salvare questo mondo sgangherato in modo divertito e divertente; una sua zia aveva scodellato sei figli in otto anni e l’ultima l’aveva battezzata Estenuata vincendo le perplessità dello zio Ersilio. Le donne hanno una capacità decisionale e una personalità più spiccata degli uomini; nei loro racconti sono più dirette e chiare rispetto ai loro compagni, più a disagio con discorsi che girano alla larga dalle vicende di vita vissuta. Per Andrea Vitali scrivere è un vivere in allegria sempre che si abbia qualcosa da dire, anche semplicemente, in modo che tutti possano capire e partecipare con gioia alle vicende descritte nei libri.
Domenico Bicchi – Garzanti Editore
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