Tutto Il Mondo Mette A Terra I Boeing 787
Titolo giù del 4% in Borsa. L’Azienda:produce Dreamliner avanti come pianificato
New York – Allacciare le cinture. Le aviazioni di tutto il mondo hanno ordinato al jet dei sogni di atterrare in tutta fretta e da questo momento in poi sai che scossoni per la Boeing e il suo 787 Dreamliner. Dagli Usa al Giappone alla Ue passando per Cile, Etiopia, India e Qatar, i 50 apparecchi già in attività sono stati dirottati agli hangar in tutta fretta. Sotto accusa sono le batterie al litio che surriscaldandosi hanno già provocato allarmi e atterraggi d’emergenza. E la perturbazione comincia a sentirsi in Borsa dove il colosso di Seattle ha perso il 4 per cento. Che beffa: proprio ieri che il rivale Airbus ha calato le carte svelando gli ordino del 2012. Gli europei hanno un balzo nelle vendite del 10 per cento: ma i suoi 914 ordini non bastano a raggiungere i 1203 che gli americani (proprio grazie a 46 Dreamliner) avevano già messo in fila. Ma quanto durerà?
Il travagliatissimo parto del super aereo è già costato al gigante Usa 32 miliardi di dollari: 5 volte di più del costo preventivato. Sì, Fitch conferma che il colosso “ha la forza finanziaria” per l’emergenza e il rating A/F1 per ora non si tocca. Ma i conti già non tornano: gli apparecchi che costano alla Boeing 232 milioni hanno un prezzo di listino di 207. Il jet supersonico non potrà risultare un affare almeno per i prossimi dieci anni. Il ceo Jim McKerney sventola le scuse di ordinanza dicendosi “profondamente dispiaciuto per le conseguenze che i recenti episodi hanno avuto nel calendario dei nostri clienti e per i disturbi creati a loro e ai passeggeri”.
Conseguenze? Disturbi? Dal primo volo spiccato lo scorso autunno, Tokio-Hong Kong, il Dreamliner ha fatto registrare perdita di carburante, perdita di olio, due incidenti al motore, un danno alla cabina di pilotaggio e problemi ormai quotidiani alle batterie. Proprio le batterie sarebbero l’anima del modernissimo apparecchio. Quelle agli ioni di litio producono energia molto più a lungo delle tradizionali al nickel-cadmio: peccato che si surriscaldino. Al punto da mettere l’aviazione Usa in guardia sul rischio “di danni a sistemi e strutture fondamentali: con possibilità di incendio nei compartimenti elettrici”. E non sono certo incoraggianti le notizie in arrivo dal Giappone: la GS Yuasa dice che ci vorranno settimane per venire a capo del problema. Settimane senza Dreamliner? Alle compagnie toccherà adesso sostituire gli aerei sulle 150 rotte attualmente in attività. Altri costi aggiuntivi: la popolarità del 787 (677 ordini record al debutto nel 2007, più di 900 apparecchi in consegna) è dovuta alla sua straordinaria capacità di risparmiare carburante fino al 20 per cento. E adesso? Il fermo prolungato del Dreamliner non sarà l’occasione per un ulteriore balzo di Airbus? Secco l’ad Fabrice Bergier: “ Non scommetto sulla difficoltà altrui”. Giusto. Ma sempre meglio, anche qui, allacciare le cinture: nessuna revisione è stata adottata, però il consorzio europeo “studierà” con attenzione le “raccomandazioni” dell’aviazione Usa. L’aereo dei sogni è già un incubo per tutti.
Angelo Aquaro – La Repubblica – Economia – 18-01-13
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