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domenica 11 giugno 2017

Lo Sapevate Che: Sembrava fosse un ministro e invece era un calesse...



“Se dopo anni che sei stato al governo, hai fatto il ministro di tutto, non riesci a prendere il 5 per cento è evidente che non possiamo bloccare tutto. E comunque, è un fatto positivo che i piccoli partiti rimangano fuori”. Quanto detto da Matteo Renzi a Porta a Porta, palestra catodica equipaggiata per tradimenti in diretta, ha il sapore amaro dell’ingratitudine, o della storia di sesso senza amore all’insaputa dell’amato che credeva fosse amore e invece era un calesse. Lo spettacolo d’arte varia del sacrificio del ministro di tutto e di tutti sull’altare di una legge elettorale tedesca ad uso legge elettorale dei partiti più forti, ha spiazzato per rapidità, efficienza e crudeltà. Angelino Alfano, colui che dei partiti più forti si è sempre fatto vanto di essere la strategica e indispensabile gruccia di sostegno, ora non serve più, anzi, lo si sbertuccia per la conclamata incapacità di capitalizzazione in consenso elettorale tutte le poltrone che di volta in volta, da destra a sinistra, gli sono state messe a disposizione. Le responsabilità di questo piccolo grande dramma umano e politico vanno equamente divise. Se è vero che l’Alfano ha sempre badato più agli incarichi che ai voti, più al potere fine a se stesso che al consenso finalizzato al potere, va anche detto che a rendere sensazionale il curriculum vitae del “ministro di tutto” ha contribuito soprattutto chi ora sembrerebbe volerlo relegare ad un destino da “ministro di niente”. Immaginare Alfano alle prese con l’alternativa impopolare per tutti di una campagna elettorale in bermuda e infradito a volantinare tra ombrelloni e racchettoni, sembra scenario più simile alla punizione dettata dalla legge del contrappasso di un girone dantesco che non a quanto potrebbe veramente avvenire nelle prossime settimane. Perché in politica è cosa nota, certi amori non finiscono, fanno giri immensi e poi ritornano, soprattutto se ritrovarsi può servire tano a sopravvivere da una parte quanto a razzolare di tutto per la propria ingordigia dall’altra. Ragion per cui all’Alfano, sarebbe bizzarro il contrario, si proporrà probabilmente presto il modo di passare un’estate meno faticosa di quanto possa sembrargli ora. Se in maglietta gialla o imbracciando agnelli non è ancora dato sapere. Per chi si cerca come loro da così tanto tempo non è possibile odiarsi mai, per chi si ama come loro basta sorridere. Magari alla prossima puntata di Porta a Porta.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di La Repubblica – 9 giugno 2017 -

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