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lunedì 5 giugno 2017

Lo Sapevate Che: Non bevetevi il Pianeta fate a meno delle cannucce...



Nel Parco nazionale di Las Baulas (Costa Rica) sembra un’operazione di routine, eppure fa impressione. Gli operatori del centro, quando recuperano in mare una tartaruga che annaspa, a volte devono toglierle dal naso, con le pinzette, una cannuccia per bibite. Sono almeno dieci centimetri di plastica, e l’estrazione non è indolore. Ma nel giro di qualche giorno la ferita guarisce e la tartaruga torna in mare. Che la plastica sia il principale inquinatore degli oceani ormai lo sappiamo, ma il ruolo delle cannucce lo spiega per la prima volta Straws, film diretto da Linda Booker, che sarà presentato al festival Cinemambiente di Torino (31 maggio-5 giugno). Con la voce narrante di Tim Robbins, racconta l’impegno del movimento The Last Plastic Straw (l’ultima cannuccia di plastica), fondato dalla californiana Jackie Nunez, nel 2011. Negli Usa di cannucce se ne usano 500 milioni al giorno attaccate l’una all’altra farebbero il giro della Terra due volte e mezzo lo riempirebbero 9 volte lo Yankeee Stadium, come preferirei. Ma perché esistono? In origine di bambù, sono nate per far passare i neonati dal seno materno al bicchiere. Oggi, tutto sommato, gli adulti possono farne a meno, e diventare Proud to Be Plastic Straw Free (orgogliosi di non usare cannucce di plastica), come suggerisce il film. Che si conclude con la carrellata dei locali che hanno aderito<<. Da San Francisco a Bali, dall’Università della Georgia a Mullumbimby (Australia). In quattro mesi il Taco Junky (Boulder, Colorado) ha risparmiato 12 mila cannucce, e solo un cliente su cento si è lamentato. “Straws è un esempio di com’è cambiata la situazione ambientale e di conseguenza i film che arrivano al festival” dice Gaetano Capizzi, direttore della rassegna, che compie vent’anni. “Siamo passati dalle prime importanti denunce dei cambiamenti climatici (dieci anni fa arrivò in Italia Una scomoda verità di Al Gore) a film propositivi, che rappresentano una nuova sensibilità del pubblico, indirizzato verso scelte di consumo sostenibili. Nel frattempo sono scesi in campo anche i grandi produttori: Racing Extinction di Louie Psihoyos (premio Oscar per The Cove, che descriveva la sanguinaria caccia ai delfini nella baia giapponese di Taiji) su Discovery Channel è stato visto da un miliardo di persone”. Tra le novità del festival (cento titoli), The Age of Consequences (Jared Scott) descrive questi anni di migrazioni e guerre come conseguenza dei problemi climatici, mentre Delicate Balance (Guillermo Garcia Lopez) affida alle parole dell’ex presidente uruguayano Pepe Mujica l’invito a cambiare stile di vita per salvare il Pianeta. “Nel frattempo l’orologio che scandisce il tempo che ci resta da qui alla fine del mondo ha avuto una brusca accelerazione con l’elezione di Trump” dice Capizzi, “ma c’è una speranza: non avrà i tempi tecnici per fare troppi danni. Perché perfino Cina e India oggi hanno una coscienza verde”.
Cristina Mochi – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 26 maggio 2017 - 

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