Il ceto politico italiano ha deciso di
suicidarsi? Non si riesce a capire altrimenti il Barnum della legge elettorale,
il sistema di voto è deciso subito dall’assemblea costituente così per sempre o
quasi. Nel caso degli Stati Uniti è stato approvato quando i voti si portavano
a Washington in carrozza e non l’anno cambiato neppure dopo le controverse
vittorie di George W. Bush e Donald Trump, sconfitti nel voto popolare. In
Italia la legge elettorale è invece un tormentone che dura da quando Francesco
Totti esordiva nella Roma 24 anni fa. Dopo la caduta della Prima Repubblica per
la verità si era trovata una buona soluzione. Il Mattarellum. Troppo facile.
Dunque si è pensato bene di sostituirlo dal 2006 con due leggi elettorali
entrambe incostituzionali. Alla fine della giostra, si torna al proporzionale
puro, sia pure con sbarramento, che in un sistema tripolare significa
ingovernabilità. Si accettano dunque scommesse sul fatto che anche questo
sistema sarà presto archiviato e nel prossimo Parlamento si riaprirà il tavolo
delle trattative per una nuova legge elettorale. Perché ai nostri
rappresentanti questo giovo piace un mondo, un po' come i bambini costruiscono
un castello di sabbia per buttarlo giù e ricominciare. La natura ludica di
questo passatempo è evidente anzitutto nella totale inutilità di questi
marchingegni rispetto a qualsiasi scopo concreto. L’altro aspetto è che gli
stessi fanciulli, esaurito lo svago, lo allontanano da sé e rifiutano a lungo
di riordinare la stanza. Il senatore Calderoli fu il primo a definire la
propria legge elettorale “una porcata”. Matteo Renzi si è talmente
disinteressato all’Italicum da continuare ad attribuirne il fallimento al voto
referendario, invece che alla bocciatura della Consulta, com’è accaduto nella
vita reale. Il vero scopo del divertissement è rinviare l’assunzione di
responsabilità e distrarsi dai problemi tipici di una politica adulta, come il
debito pubblico fuori controllo, il collasso del sistema bancario, la
disoccupazione giovanile al 40 per cento e così via. Il nuovo castello di
sabbia elettorale è stato inaugurato alla vigilia dell’estate, con esatto
tempismo, e prenderà l’intera bella stagione, arrivando fra memorabili
battaglie d’acqua fino alle elezioni anticipate. Fra sei mesi o anche meno
tutti gli autori della legge saranno d’accordo nel definirla una boiata
pazzesca.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di La Repubblica – 9
giugno 2017 -
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