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lunedì 26 giugno 2017

Lo Sapevate Che: Combattere il dolore con la Musica creata dal computer...



La musica rilassa, allevia i malumori, aiuta a entrare in sintonia con gli altri. Ma può anche, addirittura, curare. L’interesse della comunità scientifica per le proprietà terapeutiche della musica sta crescendo e diversi studi hanno già dimostrato la sua efficacia nel trattamento di patologie neurologiche e psichiatriche. “In realtà l’uso della musica a scopo terapeutico ì antico, ma solo negli ultimi anni ci si sta spostando al piano puramente empirico e aneddotico a quello scientifico”. A parlare è Alfredo Raglio, coordinatore del Master in Musicoterapia dell’Università degli studi di Pavia e responsabile del Laboratorio di ricerca in musicoterapia degli Istituti clinici scientifici Maugeri. E’ lui a coordinare la prima sperimentazione sull’uso della musica per la cura della fibromialgia, malattia nervosa che causa un aumento della tensione muscolare condannando chi ne soffre a dolori continui. I sessanta pazienti che parteciperanno al test valuteranno l’efficacia di “antidolorifici musicali”, ovvero “brani con caratteristiche “de-attivanti” a livello emotivo che, determinando una condizione di rilassamento e distrazione, possono contrastare lo stress a cui i malati sono costantemente sottoposti”. I brani sono composti da un’intelligenza artificiale, l’algoritmo Melomics-Health sviluppato da Raglio e Francisco J. Vico dell’Università di Malaga. “Dalla letteratura scientifica sappiamo che esistono parametri musicali – il tipo di andamento ritmico r tonale, il timbro o la densità – in grado di esercitare un effetto de-tensivo sul piano fisico e psicologico. Noi inseriamo questi parametri nell’algoritmo e lui li combina in sequenze di note di circa tre minuti. In gergo-tecnico si chiamano “monodie”, linee melodiche molto semplificate senza supporto armonico”. Questa terapia quindi non prende in considerazione brani conosciuti per avere la sicurezza che l’eventuale effetto rilassante sia dovuto esclusivamente alle caratteristiche della musica e non a un condizionamento emotivo (un brano familiare potrebbe riportare alla mente ricordi o sensazioni piacevoli, fatto terapeutico di per sé). “Usiamo l’intelligenza artificiale perché vogliamo ottenere una standardizzazione dello stimolo: eliminiamo la componente culturale – le sequenze generate dall’algoritmo non rispondono alle regole tradizionali della musica – per verificare quanto il parametro musicale è sufficiente a ottenere l’effetto desiderato. Vogliamo che la musica abbia un effetto terapeutico, non estetico”. I pazienti sono divisi in tre gruppi: alcuni ricevono le terapie convenzionali per la fibromialgia, altri le integrano con l’ascolto di canzoni scelte personalmente, altri ancora con l’ascolto di brani creati dall’algoritmo; l’efficacia di ciascun trattamento sarà misurata con scale cliniche per la valutazione del dolore, della condizione clinica generale e della qualità di vita. “Contiamo di concludere la sperimentazione in un anno” dice Raglio, “se i risultati saranno positivi, avremo un’altra opzione per la cura del dolore e un approccio sperimentale basato sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che si potrà poi rivelare valido anche per altre patologie”.
Martina Saporiti – Scienze – Il Venerdì di La Repubblica – 23 giugno 2017 -

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