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venerdì 23 giugno 2017

Lo Sapevate Che: Attenti a far rumore, le piante ci sentono...



Le piante sono in ascolto. Riconoscono il rumore dell’acqua che scorre nel sottosuolo, in un ruscello, o attraverso le tubature. E son talmente sensibili che ingannarle è difficile. Grazie a una serie di esperimenti condotti sulla pianta di pisello, un gruppo di ricerca guidato da Monica Gagliano, biologa evoluzionista della University of Western Australia, è arrivato alla conclusione che gli organismi vegetali riescano a localizzare l’acqua in movimento dal suono. E che sappiano persino distinguerlo da altri rumori simili. Questo aiuterebbe le piante a localizzare l’acqua, e quindi a sviluppare le radici nella direzione giusta, prima ancora di percepirla attraverso l’umidità del terreno. “Per verificare l’esistenza di questa capacità” racconta la Gagliano “abbiamo messo dei semi di pisello in un recipiente con due braccia alla base (una sorta di Y a testa in giù) lasciando quindi alle radici due possibili direzioni verso cui svilupparsi. In un braccio, oltre alla terra, abbiamo inserito un tubicino in PVC dento cui scorreva dell’acqua. Ed è proprio in questo braccio che le radici hanno scelto di crescere. Semplicemente, sapevano che l’acqua era lì, anche se era sigillata nel tubo e l’unico modo pe rilevarla era il rumore che produceva”. Quando però si è trattato di scegliere tra quello stesso rumore e un terreno inumidito le radici hanno preferito il secondo. Lasciando ipotizzare, come osservano i ricercatori, che le piante “ascoltino” le onde sonore quando l’acqua si trova a una certa distanza, per orientarsi nella direzione giusta, e che ricorrano ai gradienti di umidità quando è vicina, per dirigere le radici in modo mirato. “Quello che è ancora più sorprendente” spiega la Gagliano “è che le piante hanno mostrato di saper distinguere tra il rumore dell’acqua dal vivo e una registrazione di questo rumore, preferendo il suono reale”. E non finisce qui: le piante di pisello, a quanto pare, sono in grado di riconoscere suoni specifici, visto che ta la registrazione dell’acqua e la registrazione di un altro rumore bianco (cioè un suono caotico ma costante: il mare, l’aspirapolvere) hanno mostrato una lieve preferenza per la registrazione dell’acqua. “Ancora non abbiamo idea di come riescano a farlo, ma ormai è chiaro che le piante reagiscono diversamente a segnali acustici differenti, ovvero riescono a distinguere tra le vibrazioni prodotte da altre piante, da animali erbivori, da insetti impollinatori o, come in questo caso, da attività umane. Significa che le onde sonore hanno un ruolo ecologico importante nella vita di questi organismi. Ancora non siamo in grado di dire se percepiscano certi suoni come disturbanti o dannosi, ma il punto è che, fino a oggi, nessuno si era posto questo problema”. Ora invece, grazie a questa nuova ricerca pubblicata su Oecologia, la scienza dovrà cominciare a interrogarsi sul problema dell’impatto dell’inquinamento acustico anche sul regno vegetale.
Giulia Villoresi  – Il Venerdì di La Repubblica – 16 Giugno 2017 -

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