Sono Quasi Sempre donne. Non chiedetemi il perché.
Mentre le origini, le etnie, le età, le provenienze cambiano, il loro genere è
(quasi) invariabilmente femminile. Sono le donne che bussano alla porta della
stanza d’albergo annunciando che è arrivato il momento di “spicciare” casa, se
l’ospite ha dimenticato di appendere alla maniglia il “Non Disturbare”. In anni
e anni di viaggi ho maturato una superstiziosa ammirazione per le “governanti”,
come si chiamano negli hotel di lusso o le “donne delle pulizie” nelle
categorie minori e non manco mai di lasciare a loro robuste mance prima, non
dopo il lavoro, perché se qualche cosa ho imparato dall’esperienza della vita è
che spesso la persona più importante in ogni organizzazione è quella che sta
alla base della piramide, a contatto più diretto con il pubblico. Non lo chef,
ma il cameriere. Non il megadirettore galattico, ma la centralinista. Non l’ammiraglio,
ma il cambusiere che deve sfamare i marinai. Del lavoro di questi angeli del
mattino che devono rimettere ordine in stanze spesso devastate dagli ospiti
nella notte. Queste donne entrano da sole in camere di sconosciti d passaggio,
senza sapere chi troveranno dietro quella porta che aprono con la chiave o la
tesserina passepartout. Negli hotel più raffinati, le “governanti” sono spesso
dotate di telecomandi tascabili che mandano un sos muto al personale della
sicurezza, e se qualcuno dovesse pensare che in Alberghi multistelle, popolati
di ospiti che sborsano migliaia di euro per una stanza, quelle donne siano più
al sicuro, non ha mai letto la storia del direttore Fondo Monetario
Internazionale Strauss Khan, distrutto dall’accusa di aver violentato una
cameriera a Manhattan. Ed era un falso senso di sicurezza quello che una
governante del Mayflower Hotel di Washington, a tiro di saponetta dalla Casa
Bianca, doveva provare entrando nelle suite di ospiti richiamati nella capitale
dalle cerimonie di “, rispose lui, “voglio che resti” E con una spinta la buttò
sul letto. Il caso sarebbe rimasto discretamente soffocato, come le urla della
donna (anonima, come le vittime di stupro) e catalogato in una statistica che
sembra incredibile, se non fosse confermata dai dati dell’Fbi, e dei tribunali:
il 50 per cento delle donne delle pulizie negli alberghi sono vittime di
assalti o molestie sessuali. L’aggressore era un milionario, grande benefattore
di quel partito che nello stesso giorno celebrava il proprio trionfo, cliente
abituale e prezioso dell’hotel. L’accusatrice era una donna di colore, appesa a
un visto di lavoro revocabile, licenziabile con un cenno della mano. Soltanto
il caso volle che una sua collega passasse davanti alla camera. La insospettì
la porta chiusa, nonostante il carrello della biancheria e delle bottigliette
con shampoo e condizionatori fosse davanti, violando la regola che vuole la
porta aperta mentre si fanno le pulizie. Chiamò la sicurezza e il violento fu
arrestato e, in seguito condannato. Ma per una che sfugge, molte di più sono
quelle che subiscono in silenzio per non perdere quel lavoro. Se non avete
soldi per le mance, regalate rispetto a queste donne coraggiose. E non rubate
gli accappatoi.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di Repubblica – 10 giugno
2017 -
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