Possibile che un
mascalzone la faccia sempre franca e vinca anche in tribunale?
Sono stata una delle
prime imprenditrici del Nordest e partendo da un piccolo laboratorio di
maglieria dopo 40 anni sono arrivata a una fabbrica con quasi 300 tra
collaboratori e dipendenti. Ho avuto due figli, ora ho anche dei nipotini.
Ora dovrei godere dei frutti dei miei enormi sacrifici. E
invece mi trovo ad aver appena sostenuto una causa di separazione che di fatto
è durata molti anni, per ritrovare me e i miei figli depauperati dei nostri
averi.
Quando ho conosciuto mio marito faceva il rappresentante di
formaggi. L’ho inserito nella mia attività, e mentre l’impresa cresceva, io mi
occupavo sempre più della parte creativa e gli delegavo sempre più compiti. Finché
dopo circa 3 anni scoprii che aveva ipotecato tutta l’azienda senza che sapessi
nulla. Mentre la responsabile della contabilità con cui aveva una tresca da
almeno dieci anni, presentava i conti ai revisori sempre in ordine. Durante i
primi anni di matrimonio scoprii un sui tradimento in casa. Chiesi subito la
separazione, ma allora erano gli anni ’60, era un atto tutt’altro che accettato
dalla società. Lui si mostrò pentito e lo perdonai, perché i bambini erano
piccoli e avevano bisogno di un padre. Negli anni ’80 tutto quello che avevo
costruito saltò, fu un disastro. Lui lasciò la famiglia, io ho scelto di vivere
da sola. Le mie richieste di separazione consensuale sono state ignorate, ci
restavano dei fondi patrimoniali intestati alla famiglia.
Ora ha voluto portarmi in tribunale addebitandomi la
separazione per colpa, pur lui vivendo con un’altra. La causa è stata un altro
disastro. Io e i miei figli abbiamo perso i fondi patrimoniali familiari che
lui si era intestato. Adesso in attesa di divorzio mi trovo a dover pagare la
mia e la sua parcella legale, inoltre i nostri figli non gli vogliono più
parlare.
E’ giusto che dopo aver fatto sacrifici enormi e facendo
vivere a”5 stelle” il mio ex marito, io mi ritrovi nelle condizioni economiche
di non potermi neppure curare?
Lettera firmata
La sua storia davvero drammatica mi ha ovviamente molto
colpito, e mi chiedo come abbiano agito i suoi avvocati, come abbia deciso il
tribunale. Tutto mi sembra assurdo, anche perché in caso di divorzio, solitamente
i magistrati sono molto preparati e mi sembra impossibile che si siano accaniti
contro di lei, accontentando in tutto le richieste di un marito così avido, di
un padre così estraneo, di un vero e proprio mascalzone, almeno secondo la sua
descrizione. Non voglio certo mettere in dubbio quanto lei racconta e che tanto
dolore le procura, ma certo qualche errore ci deve essere stato nel corso del
rapporto finanziario con il suo ex marito. Come è stato possibile richiedere
l’addebito per colpa a lei, e di quale colpa si sarebbe trattato? Non è stato
possibile provare una qualsiasi responsabilità nella fine del suo matrimonio e
nel furto dei suoi averi da parte di un uomo che pure lei ha amato, di cui ha
avuto fiducia, e che per anni ha agito contro di lei, contro la famiglia, in
assoluta libertà? I suoi figli tra l’altro sono ormai adulti, stanno dalla sua
parte, e immagino si siano ormai fatti una loro vita: davvero non sono in grado
di aiutarla, di difenderla, di alleviare il suo dolore e la sua situazione finanziaria?
Natalia Aspesi – Venerdì di Repubblica – 9 maggio 2014
Nessun commento:
Posta un commento