E Iva stravince il
Premio Neuro
La Zanicchi
superfavorita per il popolare riconoscimento assegnato ogni anno alla
dichiarazione più delirante. Il suo “ti vomiterei in bocca” non teme confronti:
né con Gasparri, né con gli energumeni della rete
E’ quasi pronta la cinquina dei finalisti del Premio Neuro,
che incorona l’italiano/a che si è distinto per la dichiarazione pubblica più
delirante dell’anno. Secondo i bene informati Silvio Berlusconi (vincitore con
largo margine nel 2010 per la dichiarazione “Entro tre anni sconfiggerò il
cancro” e nel 2009 per “Mi dicono che Eluana Englaro può avere dei figli”)
potrebbe non fare parte della cinquina: e sarebbe la prima volta nella storia
del premio, che ha sempre visto Berlusconi puntare con decisione alla vittoria
finale. La sua dichiarazione in concorso quest’anno (“Sono un perseguitato
dalla giustizia”) risponde certamente a quei requisiti di sfrontatezza,
illogicità e inverosimiglianza che hanno fatto la storia del Neuro; ma ha il
difetto di essere già edita da parecchi anni. Questi gli altri probabili
candidati.
Iva Zanicchi “Vomiterei in bocca alla
professoressa di liceo che ha consigliato ai suoi studenti di leggere il libro
di Melania Mazzucco”. Con questa dichiarazione rea a Radio 24 la popolare
eurodeputata è favoritissima per il Neuro 2014. La critica apprezza in
particolare la formula davvero molto fantasiosa della minaccia ("vomiterei
in bocca”), che avrebbe un solo precedente, molto remoto, in un verbale di
interrogatorio custodito negli archivi del manicomio criminale di Minneapolis.
Gli organizzatori della cerimonia di premiazione, che si terrà come ogni anno a
Roma nella suggestiva cornice del Colosseo, sono entusiasti di Iva, ma hanno
chiesto che venga sedata almeno durante la diretta televisiva.
Laura Castelli Commentando l’assalto al Pd torinese
durante il corteo del Premio Maggio, la deputata delle Cinque Stelle ha accusato il Pd di essere responsabile
delle aggressioni contro se stesso perché “il popolo non accetta più di vedere
certe facce in strada”. E’ una variante molto interessante della vecchia
battuta “non sono io che sono razzista, se tu che sei negro”. I giurati sono
rimasti favorevolmente colpiti dalla faziosità cristallina della Castelli, ma è
difficile che possa competere, in un duello tutto al femminile, con la
Zanicchi, perché le sue parole, pur avendo i necessari requisiti di arroganza
intimidatoria, non hanno quella carica di tenebrosa perversione che rende
irraggiungibile la rivale. Secondo la critica una certa piattezza verbale
impedisce ai grillini, almeno per adesso, di competere ad armi pari con la
dialettica deragliante alla quale ci ha abituato l’Italia berlusconiana. Lo
dimostra il prossimo candidato.
Maurizio Gasparri “Fossi il padre della Littizzetto mi
butterei dalla finestra. E’ una lustrascarpe dei comunisti”. Basteranno queste
efficaci ma incomplete espressioni di odio a fare entrare Gasparri nella
cinquina dei finalisti del Neuro? Secondo la critica più attenta, si
tratterebbe solo dell’inizio di un’invettiva molto più articolata, che
prevedeva anche maledizioni bibliche, urla rituali e l’esplosione di alcuni
colpi di revolver in aria. Il popolare uomo politico non sarebbe riuscito a completarla
perché sopraffatto da uno sbalzo di pressione: ma la giuria, nel valutare la
prestazione di Gasparri, saprà tenere conto di questo sfortunato incidente?
Il Sap La standing ovation ai colleghi
condannati per l’uccisione di Aldrovandi potrebbe portare a una candidatura
collettiva degli iscritti a quel sindacato. Si dice che molti giurati siano
rimasti incantati dalla capacità di esprimere, senza bisogno di pronunciare una
sola parola, una violenza così ferina e così malposta, perfetta per meritare il
Neuro 2014.
Il Web Nella relazione della giuria si può
leggere che “per quanto efferati, per quanto virulenti, le migliaia di insulti
nevrastenici rintracciabili sul web non riescono a eguagliare il “ti vomiterei
in bocca” della Zanicchi. Si è pertanto deciso, almeno per quest’anno, di non
selezionare alcuno degli energumeni, pur promettenti, che agiscono in rete:
devono ancora crescere”.
Michele Serra – L’Espresso 15 maggio 2014
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