Sorpresa, si cura
Uno studio clinico controllato, condotto su 242 casi di
anoressia mentale, finanziato dal ministero della Ricerca tedesco e pubblicato
su “Lancet”, ha confrontato tre interventi: psicoterapia psicodinamica
psicoterapia cognitiva e trattamento ambulatoriale standard (coordinato dal
medico di base e basato sulla psicoterapia fornita gratuitamente dalle
assicurazioni, in Germania). La terapia è durata 10 mesi e i pazienti sono
stati poi seguiti per un anno. L’efficacia, giudicata misurando l’aumento di
peso e la necessità di ricoveri ospedalieri, è risultata simile, con risultati
appena migliori nel gruppo trattato con la terapia psicodinamica e un po’ più
rapidi in quello che ha avuto la psicoterapia cognitiva.
L’anoressia, disturbo tendenzialmente cronico se non
trattato, tra i disturbi mentali è quello con il più alto tasso di mortalità:
riguarda in media tre ragazze ogni 1000 (è meno frequente nei maschi), con otto
nuovi casi all’anno ogni cento mila abitanti. Ragazze che hanno paura di
ingrassare e di diventare grasse, anche quando sono sottopeso; che hanno una
percezione distorta del proprio corpo, poca autostima, e hanno perso i cicli
mestruali. Spesso questi sintomi si accompagnano a abbuffate, vomito
autoindotto, uso inappropriato di lassativi e diuretici.
La psicoterapia è considerata il trattamento di scelta, ma le
linee guida più accreditate sottolineavano finora la mancanza di dati solidi e
attendibili che ne dimostrassero l’efficacia. Questa ricerca ha invece
confermato che l’anoressia si può realisticamente curare.
Centro Oms di Ricerca
sulla salute mentale, Università di Verona
Michele Tansella – L’Espresso – 15 maggio 2014 -
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