Quelli che ai comizi
vendono fumo
Ancora una volta ci
siamo fatti riconoscere in Europa per una campagna elettorale provinciale,
fatta in gran parte di propaganda ingannevole. Sta agli elettori riuscire a non
farsi più raggirare
Mai come stavolta si era vista una campagna elettorale per il
parlamento di Strasburgo così dominata un po’ dappertutto nei paesi dell’Unione
da forze contestatrici anche radicali del progetto stesso di costruzione
dell’Europa. Perfino in Italia, considerata per decenni una nazione fra le più
“europeiste” del continente, i gruppi eurofobici hanno tenuto banco, si può
dire quasi incontrastati, sia nei comizi di piazza sia nei confronti
televisivi. In particolare, le opposizioni all’attuale maggioranza politica hanno
sfruttato l’occasione propagandistica per sparare, attraverso il bersaglio
europeo, contro il governo in carica. Con il fine esplicito di trasformare il
voto per Strasburgo in una sorta di referendum popolare sul gabinetto guidato
da Matteo Renzi.
In Altre Parole, una volta di più, ci siamo fatti
riconoscere in Europa per il gretto provincialismo nel quale in Italia si cade
e si ricade quando si tratti di dibattere serie questioni attinenti ai rapporti
fra interesse nazionale e visione internazionale. Tanto che i problemi cruciali
di questa difficile fase della costruzione europea hanno finito per essere
affrontati in termini quanto mai rozzi, contraddittori, superficiali, perché
piegati a intenti propagandistici e sovente addirittura volgarmente truffaldini.
La credibilità del paese oltre confine non ne ha certo ricavato benefici ma – e
ciò è per certi versi anche più allarmante – gli stessi elettori italiani sono
stati trattati alla stregua di poveri gonzi a cui si può far passare per buono
qualunque intruglio purché spacciato con astuta abilità manipolatoria.
Un campione conclamato di questa tecnica di vendita del fumo
è sicuramente Beppe Grillo che, mescolando battute da avanspettacolo con lazzi
da fiera paesana, ha ridotto il (suo) discorso politico a un’esibizione comica,
di rado ormai divertente e comunque priva di contenuti seri. Magari finirà pure
per mietere ampi consensi nelle urne ma certo non spendibili per quella sua
promessa di spezzarle reni alla Merkel che v urlando nei comizi a voce inutilmente
sempre più alta.
Non meno inquietante per distacco dalla realtà economica e
politica oltre che per malcelata volontà di abbindolare l’elettorato è la
predicazione anti-euro da parte degli esponenti della Lega. Che Matteo Salvini
voglia strizzare l’occhio a tanti piccoli imprenditori nostalgici dei bei tempi
(per loro) in cui i conti delle aziende malgestite venivano aggiustati con una
robusta svalutazione della lira è una sua scelta. Ma al suo elettorato dovrebbe
avere almeno la franchezza di riconoscere qualche vistosa contraddizione di una
simile strategia. Basti un esempio: ai milioni di famiglie italiane che già
faticavano a reggere il mutuo sulla propria casa, il loquace segretario
leghista vorrebbe almeno spiegare che con il ritorno alla lira gli interessi su
quei mutui potrebbero triplicare o anche peggio? Chi pensa di votare Lega
perché vede nell’euro la causa dei suoi mali è sicuro, insomma, di avere
fatto bene i conti di casa propria?
L’aspetto più odioso di questa propaganda leghista è che essa nasconde agli
elettori che vorrebbe conquistare il danno micidiale che molti di loro
subirebbero proprio dall’abbandono dell’euro.
Ma Un Autentico
Capolavoro di
doppiezza politica è quello di Silvio Berlusconi. Per differenziarsi
dall’antieuropeismo più gridato dei Grillo e dei Salvini, Forza Italia ha
scelto come obiettivo principale dei suoi attacchi la Germania e la politica
del rigore impersonata da Angela Merkel, alla quale si imputa pure di aver
brigato per la caduta dell’ultimo governo Berlusconi. Peccato però che la
stessa Forza Italia sia schierata in questa competizione a fianco dell’ultimo
governo Berlusconi. Peccato però che la stessa Forza Italia sia schierata in
questa competizione a fianco del Partito popolare europeo che ha le sue radici
più robuste proprio in Germania e candida alla presidenza della Commissione di
Bruxelles quel Jean Claude Junker che è stato anche l’alfiere delle politiche
di austerità. Continueranno ancora gli italiani a lasciarsi raggirare da simili
imbonitori? La risposta è solo nelle loro mani.
Massimo Riva – 29 maggio 2014
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