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venerdì 16 maggio 2014

Lo Sapevate che: Contromano...




L’Italia che non può fare una buona legge
Sull’immigrazione

Come ogni vigilia elettorale, è scattato anche stavolta l’allarme sbarchi clandestini. Per metà problema è reale, per metà speculazione politica, ed è diventato ormai difficile fare sull’immigrazione un discorso non si dice civile, ma almeno di buon senso. L’Europa non ha una politica comune sull’immigrazione, come non l’ha su tutte le questioni più importanti nella vita dei cittadini, dal lavoro al fisco, dalla politica estera alla difesa al debito pubblico. Gli Stati europei viaggiano ciascuno per conto proprio, con politiche locali fatalmente limitate in tempi di globalizzazione. L’Italia, fra tutti, non ha nemmeno una vera e propria legge sull’immigrazione.
La Bossi-Fini, de facto, non è una legge sull’immigrazione ma un provvedimento sul mercato del lavoro, per essere precisi una legge a favore del lavoro nero. Non è servita a limitare la clandestinità, come testimoniano le cifre degli sbarchi, ma piuttosto a garantire un’enorme massa di manodopera a basso costo, legioni di straniere senza diritti disposti a lavorare in qualsiasi condizione e a salari ridicoli, a tutto danno dei lavoratori italiani. L’inganno populista però ha funzionato alla perfezione. Gli operai che hanno perso il posto per colpa della Bossi-Fini e sono una moltitudine, sono i più strenui oppositori a un cambiamento delle politiche sull’immigrazione, visto come un pericoloso abbassamento della guardia.
Oltre a non avere una vera legge sull’immigrazione, non abbiamo neppure una legge sul diritto d’asilo. Molti dei poveri cristi che sbarcano sulle nostre coste sono in realtà famiglie in fuga da guerre. Guerre che sono peraltro combattute con armi europee e fomentate dalle fiorenti industrie d’armamenti tedesche, francesi, italiane, inglesi. Quando si usa la retorica del “aiutiamoli a casa loro”, ecco bisognerebbe considerare che il primo passo per aiutarli a casa loro è non vendere armi. Come dice anche il papa, mica Lenin. La maggior parte dei poveri cristi non vorrebbe fermarsi in Italia, ma vi è costretta sempre dai vincoli della legge italiana. Una legge europea sul diritto d’asilo risolverebbe la gran parte dei problemi di Lampedusa e dintorni.
Il fatto è che per fare una legge seria sull’immigrazione bisognerebbe mettere intorno a un tavolo chi davvero e sul campo lavora su migranti e rifugiati, le associazioni di volontariato cattoliche e laiche, l’Arci, le chiese evangeliche, un pugno di sindaci eroici, a partire da Giusi Nicolini di Lampedusa. Fin tanto che saranno politicanti ignoranti e affamati di voti a decidere, non ne usciremo mai.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 9 maggio 2014

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