In un PAPIRO l’accordo
tra il padre di un lottatore e l’allenatore di un altro, pagato per perdere
I match combinati? Non sono un’esclusiva dei tempi moderni:
già nel III secolo dopo Cristo, infatti, si “aggiustavano” gli incontri di
lotta. Lo ha scoperto Dominic Rathbone, docente di storia del Kings College di
Londra, traducendo per la prima volta un documentario del 267 d.C. Il testo è
uno degli oltre 500 mila frammenti di papiro trovati tra il 1896 e il 1906 a
Ossirinco, 160 chilometri a sud-ovest del Cairo, dagli archeologici Bernard
Grenfell e Arthur Hunt e conservati alla biblioteca Sackler di Oxford. Si
tratta di un vero contratto stipulato tra il padre del lottatore Nicantino e
l’allenatore del lottatore Demetrio, giovani greci partecipanti alle finali dei
giochi di Antinopoli, in Egitto.
Il contratto prevede che Demetrio cada per tre volte e si
dichiari vinto, in cambio di 3,800 dracme d’argento. Ricompensa a cui Demetrio
avrebbe avuto diritto, recita il contratto, anche nel caso in cui i giudici
avessero scoperto che l’incontro era truccato. Se invece Demetrio, non
rispettando il patto, avesse osato sconfiggere Nicantino, avrebbe dovuto pagare
una penale di tre talenti d’argento, pari a 1.800 dracme. “In queste antiche
competizioni non esistono medaglie d’argento o di bronzo: conta solo chi vince”
spiega Rathbone. “E se chi perde non è di buona famiglia, finisce per
indebitarsi con gli allenatori. Forse è questo che ha spinto i lottatori a
questo compromesso. Ma è quantomeno singolare che abbiano voluto metterlo per
iscritto, visto che non avrebbero potuto comunque farlo valere rivolgendosi
alle autorità, data la sua natura illegale”.
Gran parte dei papiri di Ossirinco, che nel secolo scorso
hanno rivelato ppere di Saffo Euripide e Sofocle, è ancora oggi da tradurre.
Giuliano Aluffi – Venerdì di Repubbica – 9 maggio 2014
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