“L’ARIA É UNA REALTÀ OVVIA, MA GUAI A NON RESPIRARLA!”
(Proverbio Arabo)
Esiste la pessima abitudine di pregare solo quando si è afflitti. Trascorse le preoccupazioni, si dimentica solitamente la gratitudine.
I giorni che stiamo vivendo ci raccontano di drammi importanti, mai come in questi tempi, così pressanti e urgenti: manca il lavoro e manca la dignità, a tal punto di scegliere di non vivere. Per molta gente manca essenzialmente la certezza di poter cavarsela nei prossimi anni con le minime condizioni esistenziali.
Ecco che, lontano dalle ansie e angosce, un pensiero di gratitudine rivolto a Dio con parole mute ma con la gioia prorompente dell’amore filiale, riconcilia non solo il nostro mondo ai Cieli, ma ristabilisce quell’equilibrio fondamentale fra noi e la vita stessa.
Abbiamo una casa, una famiglia, e quando un lavoro o una occupazione che tiene impegnati: queste non sono già realtà degne di gratitudine? E la salute? E la fede? Non sono aspetti di per se stessi degni di ogni gratitudine? Ce ne accorgiamo quando questi vengono a mancare.
Ringraziare Dio dovrebbe essere uno di quei gesti che svolgiamo come il respirare.-
© Giuseppe Franco Arguto
Rosanna Riello - Foto di R-EVOLution Hypothesis
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