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sabato 17 maggio 2014

Lo apevate Che: Questa Settimana....




Sì, stiamo fermi ma da vent’anni

Circola in Europa un cauto ottimismo sulla ripresa. Che altrove si avverte
più che da noi.  Dove i guai sono iniziati molto prima della crisi e non si
è frenato l’aumento del debito. Perché nessun governo ha osato andare
contro le molte Caste

Ancora pochi giorni e, passate le elezioni, capiremo che cosa hanno in animo di fare i governi di mezza Europa. Se davvero pensano che sia arrivata l’ora di stimolare una crescita finora impedita o nana. Le premesse ci sono. Ormai è diffusa la critica alle politiche di austerity, all’inizio contestate da pochi (come Joseph Stiglitz) e poi confessate dall’amministrazione Obama. Tanto che gli stessi – economisti, agenzie di raiting, austeri commissari di Bruxelles – che nell’inverno di due anni fa intonavano il de profundis dell’euro, oggi cavalcano un cauto ottimismo. Giurano che la moneta unica sopravviverà. E che il rigore può solo essere di breve durata.
Se tutto ciò sia sincero, o solo strategia per raffreddare diffuse tentazioni populiste, lo sapremo presto. Per ora, ciò che emerge dagli ultimi report della Commissione europea è che una ripresa c’è, ma ancora assai debole; che l’inflazione non cresce, anzi; e che l’Europa marcia a tre velocità. In testa c’è la Germania di Angela Merkel, e questa non è una notizia; a sorpresa si muovono Spagna, Portogallo e Grecia che ieri hanno accettato consistenti aiuti europei e ora si sono liberati di ogni patronage; e in coda c’è la povera Italietta, con un Pil minore del 2007 e danni all’economia che si stimano superiori a quelli della Grande Depressione.
L’Italia Di Monti, si ricorderà, in uno scatto di orgoglio nazionale rifiutò l’aiuto europeo impegnandosi a un taglio drastico della spesa pubblica che però, nonostante il rigore calvinista di Enrico Bondi, ha portato a poco; né è riuscita ad abbattere barriere antiche e ad avviare la crescita. Non deve sorprendere. E’ da più di vent’anni – basta scorrere la serie storica dell’Istat – che il Pil cresce dello zero virgola o dell’uno virgola, e comunque sempre la metà della media europea, anche quando non c’erano vincoli e fiscal compact; che a dispetto di tagli di spesa annunciati e di aumenti di tasse praticati il debito pubblico non è calato, anzi è cresciuto nell’illusione che servisse a favorire un barlume di crescita. Insomma, non serve sfiorare i tetti al debito se non si scende in guerra contro burocrazie, corruzione, privilegi, rendite di posizione…. E però né Berlusconi imprenditore e non politico; né Mario Monti, bocconiano svincolato dai partiti; né l’enfant prodige Enrico Letta  sono riusciti a incidere su caste e mandarini. Ce la può fare Renzi?
La Battaglia Riguarda un esercito ben  più vasto della casta processata da Stella & Rizzo. Sei anni fa, mentre la crisi incalzava, Edmondo Berselli – mi piace citarlo di nuovo – spiegava che la politica si andava riducendo a format televisivo, audience e talk show: “Il format è dannatamente efficace, perché permette a una maggioranza sociale dispersa, anonima, prima di riconoscersi, poi di autoassolversi (nessuno è colpevole, nella soap in cui tutti i cattivi, pochi, sono immediatamente riconoscibili), e infine sostenere l’azione delle autorità contro questi imprecisati cattivi soggetti, a cui possono essere  assegnate tutte le responsabilità…il pubblico si auto interpreta ogni volta come una moltitudine di bravi e onesti cittadini, stupefatti, e anzi angosciati, di fronte all’impazzimento dei meccanismi della politica, agli sprechi, alle piccole e grandi corruzioni delle strutture pubbliche”.
E ancora: “Il format è infallibile perché sgrava la coscienza: c’è un’altra Italia, là sullo sfondo, a cui dare la colpa. Un’Italia fortunatamente minoritaria, insignificante anche numericamente rispetto ai sessanta milioni di italiani brava gente, i quali possono deprecare scuotendo la testa il residuo milione di cattivi soggetti. Il contenuto populista del format è fortissimo: in primo luogo perché inibisce qualsiasi distinguo. Sottilizzare è vietato: non vorrete stare dalla parte dei fannulloni, o dei corrotti…bisogna licenziare gli assenteisti, mandare a domicilio le visite fiscali, colpire i fannulloni nel vivo dello stipendio, mettere in galera i corrotti e tenerceli”. E, avrebbe forse aggiunto oggi Eddy, uscire dall’Euro….
Beppe Grillo, l’ha capito e mentre spara vaffa, non entra nel cuore dei problemi veri (per esempio l’evasione fiscale). E così continuerà. Finché non gli si leverà l’acqua in cui sguazza. Ricominciando a crescere.
Twitter@bmanfellotto
Bruno Manfellotto – L’Espresso – 15 maggio 2014 –

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