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lunedì 12 maggio 2014

Lo Sapevate che: Sestante....




Chi ce l’ha con i burocrati,
fra quelli che esultano per la “violenta lotta alla burocrazia” proclamata da Renzi (12 aprile), ricordano che l’identica fatwa fu spesso lanciata da Berlusconi: “La burocrazia è un cancro da estirpare”. “bisogna combattere l’oppressione burocratica”, e così via. Per non dire del diluvio di “pacchetti semplificazione” allegati a leggi di stabilità, patti di legislatura e altri testi sacri. Memorabile la “semplificazione della pubblica amministrazione” promessa dal duo Brunetta-Calderoli, con roghi e leggi e simili rituali, presumibilmente celtici. La manovra Tremonti prevedeva di istituire nel Sud “zone a burocrazia zero”, demandando gli atti amministrativi al prefetto o a commissari del governo: donde la “prospettiva raccapricciante di un’Italia a due velocità: federalismo al Nord e accentuazione del centrismo al sud” (Scalfari, Repubblica, 31 maggio 2010).
Di questi raid antiburocratici, lanciati con grandi clamori a zero risultati, non resta nulla. Allora come oggi, viene il sospetto che la loro vera ratio sia mettere nei posti chiave i propri fedelissimi illudendosi o illudendoci che sappiano miracolosamente “semplificare”. E chi è più fedele del proprio medico, del proprio commercialista, notaio, vigile urbano?
Ora, la fedeltà al capo è importante (specialmente quando in fedeltà il capo non eccelle), ma non può sostituire la competenza. Esempio classico, Michael Scheuer, fedelissimo di Bush II e dunque capo dell’unità speciale Bin Laden, con sofisticati apparati di ascolto. Peccato che Scheuer non sapesse l’arabo. Risultato, le intercettazioni c’erano, ma non impedirono l’11 settembre.
Insomma, bene la lotta contro la burocrazia. Purchè non sia la scusa per riorganizzare lo Stato in nome di fedeltà, appartenenze e combriccole. Purchè non sia una “violenta lotta” contro la competenza, all’insegna della grande sveltezza.
Salvatore Settis – L’Espresso 8 maggio 2014

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