C’è chi rimanda sempre
le cose che deve fare (magari per farne
altre). Pigrizia? No, come spiega uno studio americano, è una questione di geni. E, sorpresa, a rinviare di più
sono gli impulsivi
“Non rimandare a domani ciò che puoi fare dopodomani”. La
massima del buon vecchio Mark Twain risuona allegra nella mente dei
procrastinatori. In parte lo siamo tutti: non c’è nessuno che, almeno qualche
volta nella vita, non abbia rimandato ciò che avrebbe dovuto fare. C’è anche
chi rimanda sistematicamente, tutto e sempre. In questo caso però la pigrizia
c’entra poco. Si tratta piuttosto di un’attitudine da ricercare nel proprio
patrimonio genetico.
Un recente studio dell’Università del Colorado mostra infatti
che la tendenza a rimandare è determinata da fattori ereditari. Gli stessi,
secondo la ricerca, a cui dobbiamo ascrivere la propensione a essere impulsivi.
Osservando una serie di persone (in particolare gemelli omozigoti, con lo
stesso corredo genetico) e monitorando la loro abilità a strutturare e
perseguire un obiettivo portandolo a buon fine, lo studio pubblicato su Psychological Scienze propone diverse
novità. Prima fra tutte la tesi che l’essere impulsivi sia un vantaggio
evolutivo, poiché ha aiutato i nostri antenati nella loro sopravvivenza
quotidiana. E quella che l’impulsività sia strettamente correlata con la
procrastinazione. Che però è un fenomeno soltanto moderno: porsi obiettivi più
a lungo termine rispetto al soddisfacimento dei bisogni primari è infatti
un’attitudine piuttosto recente nella storia evolutiva dell’umanità. Ma,
osservata la correlazione tra le due tendenze, ovvero il fatto che si trova
negli stessi soggetti, non è chiaro se tra loro esista un nesso di casualità e
quale. Agiamo impulsivamente perché, a forza di procrastinare, ci mettiamo in
un angolo e ci costringiamo a prendere una decisione rapida? Oppure
procrastiniamo per evitare di prendere decisioni troppo impulsive? Al di là di
questo, scrive l’autore dello studio Daniel Gustavson, “sapere qualcosa di più
sulla procrastinazione può aiutare a sviluppare interventi per prevenirla”
Il massimo esperto in materia di procrastinazione è però
senza dubbio il filosofo americano John Perry. Docente a Stanford, (…).
Perry, diventa così una sorta di autorità mondiale sul tema e
decide di aprire un sito (www.sruturedprocrastination.com)
per raccogliere le esperienze tratte dalle decine di mail (…).
Alcuni dicono che ha cambiato loro la vita: avevano sempre
rimandato le cose importanti, facendone altre, ma grazie a Perry non si sentono
più schiacciati dal senso di colpa e sono finalmente in pace con se stessi.
Insomma, essere procrastinatori significa non avere dignità come esseri umani,
in grado di realizzare comunque un sacco di cose. (…)
Ci sono piccoli indizi, dice Perry, utili per capire se siete
o meno procrastinatori. Se, per esempio, compilate spesso liste di cose da fare
per poi godere del piacere immenso di spuntare quelle realizzate (magari quelle
in basso della lista), mentre quelle più importanti, in alto, vengono ricopiate
di volta in volta e procrastinate a
oltranza; oppure se avvertite il peso di una scadenza solo dopo che è passato
qualche giorno (se non settimane) dal momento in cui non l’avete rispettata.
Ecco allora che siete indubbiamente procrastinatori e il libro potrà aiutarvi.
Perché vi permetterà vi permetterà di vederla sotto un altro punto di vista.
(…).
Inutile pensare però che essere procrastinatori sia una virtù
abilmente dissimulata. E’ un difetto, non si può negare (…). Del resto il
grande economista e filosofo politico austriaco Friedrich von Hayek, diceva che
nella vita sociale l’organizzazione spontanea è di norma più produttiva della
pianificazione centralizzata. Perciò, suggerisce Perry, se siete
procrastinatori strutturati come lui, non sarete i più efficienti al mondo,
però potrete realizzare ugualmente un mucchio di cose anche importanti, che
probabilmente non avreste mai fatto aderendo a comportamenti più “organizzati”.
E soprattutto seguite il più filosofico e saggio di tutti i consigli: godetevi
la vita.
Marco Filoni – Venerdì di Repubblica – 16 maggio 2014
Nessun commento:
Posta un commento