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giovedì 15 maggio 2014

Lo Sapevate Che: Quando ci si ammala per la troppa paura di ammalarsi....




Un terzo della popolazione soffre di disturbi non riconducibili a cause organiche è l’Ipocondria. Da cui si può guarire.

Il più famoso è Argante, il malato immaginario tratteggiato dalla penna di Moliére. Ma, anche nella realtà, non sono poche le persone ossessionate dalle malattie che sono convinte di avere: corrono così da un medico all’altro e vivono in un perenne stato di ansia e agitazione. L’ipocondria, infatti, è il lato oscuro della nostra epoca salutista. Nonostante il costante miglioramento delle condizioni di salute e il fatto che si goda tutti, in generale, di una maggiore aspettativa di vita rispetto a un tempo, la gente si sente meno sana: circa un terzo della popolazione soffre di disturbi fisici per i quali non è riscontrabile alcuna causa organica. E sempre più persone si sentono sane solo sottoponendosi a regole di vita ferree o vedendosi escludere  con certezza una malattia grave grazie a esami effettuati con i mezzi più avanzati. Lo sostengono Hans Morschitzky, psicologo e psicoterapeuta, e il giornalista scientifico Thomas Hartl nel libro Guarire la malattia che non c’è (Urra edizioni). “I pazienti affetti da paura delle malattie si rivolgono in media al medico una volta ogni dieci giorni. E con il loro incessante ricorrere a esami ambulatoriali e clinici spesso gravano sul sistema sanitario più di molti malati effettivi” afferma Morschitzky, che è specializzato in paure e disturbi d’ansia.
In ogni caso, non si può parlare di malati immaginari, perché gli ipocondriaci “si ammalano, nel vero senso della parola, di preoccupazioni sul proprio stato di salute. Se il cuore palpita e la pressione sanguigna sale temono un infarto cardiaco. I dolori addominali potrebbero indicare un cancro allo stomaco. Spossatezza e lieve malessere generale una leucemia” E se da una parte sperano che i controlli risultino negativi, dall’altra non riescono a credere alle rassicurazioni del medico, per cui si sottopongono ad altri accertamenti, in una sorta di “doctor-shopping, per dimostrare di non essere poi così sani”. In questo modo compromettono però la qualità della propria vita: le relazioni familiari e sociali e l’efficienza sul lavoro.
“Nell’85 per cento dei casi, gli ipocondriaci soffrono anche di un disturbo d’ansia e per circa il 50 per cento di una forma di depressione” precisa lo psicoterapeuta. Le cause? “Spesso gli ipocondriaci hanno alle spalle esperienze che hanno contribuito a sviluppare la paura delle malattie. Molti, per esempio, hanno vissuto traumi infantili, in particolare violenza fisica, ma anche legami insicuri: la morte di un genitore, il divorzio, la separazione della famiglia o genitori anaffettivi. Oppure sono state le malattie della prima infanzia, e gli atteggiamenti iperprotettivi dei genitori, a favorire la tendenza a fissarsi sulle malattie”. Con adeguati programmi di psicoterapia è possibile educare l’ipocondriaco ad assopire la paura e a convogliare le energie in altro.
Poi ci sono i patofobici che, per timore di scoprire d’essere malati, non vanno dal medico. “Il nostro sistema sanitario soffre pertanto di un paradosso” conclude Morschi “per paura delle malattie alcuni si recano dal medico troppo spesso, altri troppo tardi”.
Simona Regina – Venerdì di Repubblica – 9 maggio 2014 -

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