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lunedì 26 maggio 2014

Lo Sapevate Che: Vizi&virtù...




Quella pubblicità che ci confonde e ci rincretinisce

Qualche volta mi chiedo se è la televisione che ci rincretinisce:
che confonde le idee all’umanità
del nostro tempo. Certo, le sue colpe le ha. Mi riferisco per esempio alla trasmissione della pubblicità in tv. Figurarsi se io posso avere qualche pregiudizio contro gli annunci pubblicitari: ogni giornale, quando va bene, è tenuto in vita per metà degli annunci. E non si dice che la è l’anima del commercio?...
Scherzi a parte: alla pubblicità non sono contrario in linea di principio, e so di vivere in un mondo così. Ma quel che trovo intollerabile è il modo in cui la televisione ce la rovescia addosso. Come viene viene. Così succede che una notizia importante, magari tragica, l’annuncio di una strage o di una scoperta sensazionale, sia interrotto dalla figura di una donna che si lamenta perché ha la pancia gonfia e ha bisogno di una purga. Anche nei giornali, è vero, può esserci la vicinanza inopportuna di certe notizie e certa pubblicità, ma sono io a decidere quando leggo una cosa, quando l’altra. In televisione la contiguità è brutale, devo aspettare che il ragazzo stitico vada al gabinetto prima di apprendere quante vittime ha fatto un terremoto. Possibile che questo modo di comunicare non lasci conseguenze nella nostra testa?
Un altro fatto grave (l’ho scritto altre volte e nessuno ci fa caso) è la confusione dei ruoli, fra il giornalista e l’agente pubblicitario. Nei giornali stiamo attenti che i ruoli siano distinti: a Indro Montanelli (prendo l’esempio più illustre) non sarebbe stato permesso di fare la reclame di una soffice poltrona nella pagina in cui descriveva la rivolta di Praga. Alla televisione la confusione dei ruoli è tranquillamente ammessa: nel senso che la stessa persona dà una notizia e, qualche minuto dopo, diventa agente pubblicitario.
Ho parlato nelle prime righe del incretinimento universale al quale stiamo assistendo: possibile che la confusione dei ruoli non vi contribuisca in modo determinante? Secondo me, l’uso dalla televisione è decisivo. Quanto all’assunto iniziale, che stiamo a poco a poco rincretinendo, non temo smentite.
Piero Ottone – Venerdì di Repubblica – 23 maggio 2014

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