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venerdì 23 maggio 2014

Lo Sapevate Che: Vaccini.....




Bufale Mortali

A poliomelite, che nel secolo scorso ha mietuto milioni di vittime e oggi nel nostro Paese è una malattia dimenticata, è tornata di recente alla ribalta delle cronache per via della sua ricomparsa in Siria. Perché – come già accaduto in Afghanistan, Pakistan, Nigeria – la guerra civile ha reso impossibile raggiungere tutti i bambini per vaccinarli. Così la malattia fa di nuovo paura. E questa tragedia ci ricorda l’importanza dei vaccini, l’intervento medico a basso costo che di tutti ha cambiato la nostra salute sul pianeta.
Ma mentre leggiamo queste cronache di guerra, vediamo dilagare leggende metropolitane che mettono in pericolo quest’arma indispensabile di prevenzione, facendo percepire i vaccini come pericolosi. E causando, in realtà, un grave rischio per la salute globale.
L’Inghilterra, ad esempio, è stata recentemente alle prese con un’epidemia di morbillo che ha causato molti morti: circa un milione di ragazzi fra i 10 e i 16 anni non vaccinati contro la malattia, la generazione su cui ha pesato di più l’assenteismo vaccinale indotto dallo studio del 1998 che gettava ombre sul vaccino anti-morbillo ipotizzando un collegamento con l’autismo. Una vera e propria “bufala”, è bene dirlo: lo studio è stato ripetutamente smentito, e sull’integrità dell’autore, Andrew Wakefield, sono stati sollevati dubbi gravissimi che hanno portato alla sua espulsione dall’ordine dei medici inglesi.
Nonostante la comunità scientifica internazionale e l’Oms affermino con certezza la non pericolosità dei vaccini, queste leggende metropolitane continuano a causare una scarsa propensione delle persone alle vaccinazioni. Im Italia, ad esempio, sono ancora poche le ragazze che decidono di immunizzarsi contro il papilloma virus, responsabile del cancro della cervice uterina, che ogni anno provoca la morte di 250mila donne. E’ il primo vaccino di genere di cui disponiamo: noi che siamo un paese all’avanguardia dal punti di vista della ricerca sui vaccini dovremmo dare il buon esempio, promuovendone l’utilizzo fra le giovani donne e facilitando la sua diffusione nei paesi in via di sviluppo, dove il papilloma virus miete il maggior numero di vittime. Non facciamoci, quindi, disorientare dalle bufale: al contrario, impegniamoci a diffondere l’utilizzo dei vaccini, in particolare nei luoghi e per gli strati sociali che più ne hanno bisogno.
Istituto Clinico Humanitas, Università degli Studi di Milano
Alberto Mantovani – L’Espresso – 22 maggio 2014

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