Si parla tanto di cibo
ma agromafie e Ogm
passano sotto silenzio
Esiste un paese nel
mondo dove si parla tanto di cibo? Dall’alba alla sera le televisioni tracimano
d’intingoli e soffritti, una grande abbuffata continua.
I cuochi hanno ormai sostituito
gli stilisti come maestri di filosofia quotidiana.
Tutta la nostra vita sociale ruota intorno a una tavola
imbandita: pranzi e cene di piacere, di lavoro, elettorali, d’affari, per
festeggiare questo o quello. Si mangia bene e troppo ovunque. Tranne che nelle
case dei ricchi, dove sempre si mangia e si beve poco e male, come mi diceva
tanti anni fa il mio maestra Giorgio Bocca, con ragione. Quando gli americani
girano un film in Italia non vanno più a Cinecittà, ma nelle trattorie di
Trastevere. Non voglio fare lo snob. Come a tutti gli italiani mangiare mi
piace, e altrettanto fantasticare di prelibatezze. Ho cominciato a girare
l’Italia da ragazzo da giornalista sportivo, con ciceroni fenomenali come
Gianni Brera o Gianni Mura. Non mi perdo un racconto di Mura o una paginata di
Licia Granello, potrei stare per ore ad ascoltare grandi cuochi come Massimo
Bottura, Gualtiero Marchesi o l’immaginifico Fabio Picchi del Cibreo. Mi chiedo
soltanto se dietro o accanto a questo magnifico spettacolo cresca in Italia una
vera cultura del cibo e del territorio. E su questo qualche dubbio è lecito.
Mentre gli italiani si ipnotizzano davanti ai manicaretti
televisivi, sulle nostre teste passano giganteschi affari sporchi intorno
all’agroalimentare. Le multinazionali comprano pezzi di made in Italy ogni anno, il cibo adulterato sostituisce il
commercio di droghe nella prima voce di profitto delle mafie – come ha scritto
Roberto Saviano – e i trattati internazionali spazzano via decenni di lotte
benemerite, , come quella di Carlin Petrini, contro gli Ogm e i veleni chimici.
Fra tutte le minacce alla nostra tavola, l’ultima è la peggiore. Il nuovo
trattato di libero commercio tra Usa ed Europa(TTIP). Firmato in segreto
dall’Unione, secondo una pratica anti democratica, senza rendere pubblici i
contenuti, il TTIP ha tutta l’aria di essere uno scambio di favori fra potenze
dominanti, Usa e Germania. I tedeschi ottengono di abbattere i dazi su
automobili e tecnologie e in cambio sdoganano nei supermercati europei prodotti
Ogm, carne bombata con ormoni e altre diavolerie degli Stranamore delle
multinazionali nordamericane; a tutto svantaggio dei piccoli, medi e buoni
produttori dell’agroalimentare italiano, ma soprattutto della salute dei nostri
figli. L’affare è colossale. L’informazione è minima. Ecco, se fra una
ricetta di risotto al Castelmagno e un
elogio della malvasia, si riuscisse per una volta, almeno nella tv pubblica, a
dire una parola su questo scandalo, sarei più tranquillo.
Curzio Maltese – Venerdì di Repubblica – 16 maggio 2014
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