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sabato 24 maggio 2014

Lo Sapevate Che: Per Posta....




Piccola pausa dalla politica:
stavolta parliamo dei gufi e della loro ingiusta nomea

Gentile dottor Serra, per una questione di giustizia vorrei segnalare l’uso improprio e ingiusto del termine “gufo”. Tutti gli strigidi, di cui il gufo è uno splendido esponente,sono protettori di campo, granai, boschi, tenendo controllato il numero dei roditori che possono infestarli. Parente stretta del gufo è la civetta, il cui nome scientifico è Athene noctua in quanto animale simbolo di Atena, dea della saggezza. Per ultimo, ma non ultima cosa, il gufo, come tutti gli strigidi, fa sentire il suo canto solo ed esclusivamente come richiamo nella stagione degli amori. A mio parere è limitato e non corretto usare il termine gufo come portatore di sfortune.
Tutto questo sarà poco attinente alla questione politica, ma vista la sua sollecitazione a maggiore cognizione di causa ritengo che anche i gufi hanno diritto alla verità. Sempre con affetto e stima.
Nonna Mirella

Cara Mirella, spero che i lettori non si arrabbino se lei, io e gli strigifi rubiamo un poco poco di spazio ai tormenti politici e alle angosce sociali. Per me parlare di animali e di natura è un piacere e una consolazione, e mi sgomenta scoprire che non solo il gufo e la civetta, ma il mondo naturale nel suo insieme è oggetto di misconoscenza e rimozione: ci viviamo nel mezzo ignari della sua potenza e del suo funzionamento.
Come lei, ho un debole per i rapaci notturni, specialmente il fantasmatico barbagianni quando attraversa la notte silenzioso e candido. Nel Nord Europa gufi e civette sono considerati messaggeri di fortuna, la serie di Harry Potter lo conferma. Siamo noi popoli meridionali ad avere demonizzato ciò che le saghe nordiche angelizzano, solo da noi la civetta è foriera del malocchio. Avendo il privilegio di non credere nel malocchio (in alcuna forma), l’incontro con un rapace notturno mi rallegra sempre: e perfino il petulante richiamo dell’assiolo, a partire da questi giorni e fino all’estate, mi fa pensare con gratitudine e confidenza a madre natura.
Michele Serra – Venerdì di Repubblica – 16 maggio 2014

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