Ultime notizie:
l’assassinio di Giulio Cesare
Il web è il paradiso
dei cronisti pigri.
Che possono raccontare
come verità le paranoie dei maniaci del complotto. O spacciare per scoop
avvenimenti vecchi e risaputi. Ma sono i lettori a doversi ribellare contro
questo giornalismo
Nelle settimane scorse sono apparsi vari servizi sui maggiori
quotidiani, in cui si rilevava che alla periferia di Parigi i giovani studenti
erano per così dire plagiati da una insegnante che gli raccontava come il mondo
fosse diretto da una setta occulta, quella degli Illuminati. A leggere bene la
fonte della notizia era una sola, un giornalista francese, a corto di
argomenti, era andato a scovare una scolaresca che su Internet si abbeverava di
notizie sul complotto mondiale e sulla setta occulta che pianificava i destini
del globo.
Ora, non dico i lettori di libri (che possono scegliere in
argomento titoli da una biblioteca che conta centinaia di volumi in tutte le
lingue), ma anche chi naviga soltanto in linea sa benissimo che esiste una
pletora di siti che si occupano del complotto globale, dei Signori del Mondo,
dei centri di potere occulto, che vanno dagli Illuminati di settecentesca
memoria ai vari Club Bilderberg, alla Trilaterale, passando per Davos e arrivando
(dai e poi dai, inevitabilmente) alle mene degli Anziani di Sion e alle mani
adunche degli ebrei che si protendono sul nostro pianeta, come già si disegnava
sui settimanali antisemiti della terza repubblica francese verso il finire del
XIX secolo.
E’ Roba Vecchia, è pescando nella vasta letteratura
in argomento (per il novanta per cento spazzatura ripetitiva) che Dan Browne ha
potuto confezionare il suo best seller e, modestamente, di questo materiale
avevo dato una rappresentazione grottesca nel 1988 nel mio “Pendolo di
Foucault” – e anche lì, anche se non avevo ancora a disposizione Internet,
andando a ramazzare per le varie librerie occultistiche.
Detto questo, che Internet oggi abbondi di siti sul complotto
cosmico e che ci sia gente che ci crede davvero, è fuori discussione - e specie in era di rinascita del populismo
d’ogni colore è naturale che chi voglia eccitare la fantasia dei semplici
ricorra sempre alla cospirazione di chi (ignoto) è alla radice di tutti i
nostri mali.
Ma la cosa più intrigante è come mai giornali serissimi, al
debole vagito di un giornalista francese che non sapeva che cosa raccontare per
rimediare quattro paghe per un lesso, è andato tranquillamente a rimestare
nella palude già noto.
Si Potrebbe dare del fenomeno una interpretazione
molto malevola nei confronti del giornalismo, dicendo che pur di riempire una
pagina si gonfia l’episodio irrilevante di un cane che morde un uomo non avendo
a disposizione un uomo che morda un cane. Va bene, lo si fa sovente, ma è
comunque singolare che i lettori abbiano accettato questa non notizia e anzi
l’abbiano letta con gusto (ho fatto qualche verifica tra i miei conoscenti, “ma
guarda un po’ chi l’avrebbe detto…”).
E questo ci induce a considerazioni abbastanza tristi su
Internet: è che, nel mare magno di un Web in cui ci si racconta tutto quello
che è possibile raccontare, e volendo potremmo trovarci, che so, la biografia
della zia di Napoleone o quanti denti erano rimasti in bocca a Golia dopo la
fiondata di Davide, sapere tutto (o potere saper tutto) equivale a dimenticare
(o poter dimenticare) tutto.
Quindi basterebbe al giornalista neghittoso visitare un sito
a caso, identificare un dato noto e stranoto, costruirci sopra una artico lessa
col titolo “una clamorosa scoperta storica” e vendere materiale risaputo nella
tranquilla persuasione che sia ormai obsoleto e quindi ringiovanibile ad
libitum senza timore che il lettore protesti.
Si potrebbe ormai concepire una doppia pagina che dica
“Eccezionale scoperta degli studenti di Cambridge: Cesare è stato assassinato
alle Idi di marzo”, ricevendo i complimenti del direttore (“ragazzo mio, dove
hai scovato questa faccenda, questo sì che è uno scoop!”).
Il che, a ben vedere, potrebbe essere una buona forma di
ripasso: non ci hanno forse fatto studiare al liceo quella storia romana che
avevamo appreso alle medie? Basterebbe dire che si tratta di ripasso e non di
ultime notizie.
Umberto Eco – L’Espresso – 22 maggio 2014
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