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lunedì 19 maggio 2014

Lo Sapevate Che: Quell'Enigma per le Over45...



  
Fibromalgia. Ha un nome ma non un riconoscimento, ora il Bmj si interroga sulle diagnosi che arrivano anche dopo 10 anni. Un appello dei malati

Il nome è certo, fibromialgia, vale a dire dolore diffuso in tutto il corpo, e tanti interrogativi. Già, perché se alcuni medici hanno avuto a che fare con questa malattia, identificata pure con il nome di sindrome fibromialgica, nel corso della loro professione molti specialisti non ne hanno mai sentito parlare e tanti altri ancora la considerano una sorta di “fissazione”, un disturbo su base psico-somatica. In realtà la fibromi algia è ancora un enigma e le discussioni tra gli esperti se sia o no una vera malattia, sono infinite, tanto da meritare a cadenza regolare articoli su riviste scientifiche. L’ultima, in ordine di tempo, è un’analisi recentemente pubblicata sul British Medical Jurnal nella quale gli autori si pongono una domanda: quanto sia inutile la diagnosi, che peraltro arriva mediamente dai 5 ai 10 anni dopo i primi sintomi.
Di conseguenza i problemi per i pazienti non sono di poco conto: meno della metà di quelli con una diagnosi certa di fibromi algia ha tanti bisogni insoddisfatti, una gran parte poi è sotto diagnosticata o dichiara di ricevere scarsi trattamenti per il dolore. E’ quanto riporta l’agenzia di comunicazione Kantar Health che ha valutato i dati dell’indagine PainMPact condotta in 10 paesi europei. E’ così che Anna C., mamma di una giovane fibromialgica, descrive le condizioni di vita della figlia in una lettera aperta inviata al nostro giornale: “tre malattie rare le sono state diagnosticate: fibromi algia, pericardite e connettivite indifferenziata. Non guarirà, non ci sono cure, dovrà convivere tutta la vita con la fibromialgia che le rende le giornate insopportabili, persino la domanda d’invalidità all’Inps è caduta nel vuoto in quanto la malattia non esiste dal punto di vista sociale, un disegno di legge in Parlamento è fermo da anni perché nessuno sa come catalogare questa patologia…”. Il Il principale sintomo della fibromialgia che spesso si accompagna  ad altre patologie, è il dolore muscolo-scheletrico diffuso, capriccioso e fluttuante che invade l’intero corpo, associato a molti altri sintomi tra i quali disturbi del sonno e stanchezza importante. “Il problema più grave per i pazienti è che questa malattia non è riconosciuta come tale né lo sono i malati, per lo più donne-afferma Rosita Romor mamma di una paziente e presidente di Anfisc, l’Associazione molto impegnata per creare un Centro nazionale di riferimento-le istituzioni continuano a non capire le esigenze di questi pazienti e così non si fa ricerca, non ci sono dati epidemiologici, non c’è riconoscimento ufficiale della patologia, né esenzione dal ticket e, soprattutto, siamo di fronte a una drammatica carenza di risposte da parte dei medici”. L’incomprensione genera isolamento e sensi di colpa mancando il più delle volte sia una corretta diagnosi che un approccio multidisciplinare di reumatologo, psicologo e fisioterapista. La diagnosi è clinica, avviene attraverso la digitopressione di precise aree del corpo che evocano dolore (zone algogene o “tender points”). Altro dato certo è che la fibromi algia non è una malattia reumatica, non c’è infiammazione, né invalidità. “Gli esami di laboratorio non presentano alterazioni, non c’è un esame o un’indagine specifica . spiega il professor Silvano Adami, ordinario di reumatologia all’università di Verona – il punto è che molti medici non la riconoscono come malattia ma solo espressione di uno stato ansioso-depressivo. Tuttavia la fibromi algia è senza dubbio una patologia con un corredo complesso di sintomi che colpisce in prevalenza donne dai 45 in su e che, non se ne conosce ancora il motivo, dopo qualche anno dall’inizio della menopausa pian piano si attenua”. Mai sottovalutarla. Gli antinfiammatori non funzionano. Benefici arrivano da aspirina, paracetamolo, ibuprofene, ginnastica dolce, stretching, agopuntura, integratori alimentari, miorilassanti e antidepressivi.
Mariapalma Salmi – La Repubblica – Salute – 6 maggio 2014

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