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giovedì 8 maggio 2014

Lo Sapevate Che: L'Antitaliano....




Giocate , bambini e sarete sapienti

La lezione di Mario Lodi, maestro elementare, è sempre d’attualità.
L’idea di coinvolgere i piccoli in attività divertenti oggi viene confermata da studi scientifici. Perché individui felici sono una ricchezza per tutta la collettività

Non sono un pedagogo, non ho mai studiato né approfondito (per mancanza di tempo non di interesse) i prodotti editoriali per ragazzi e soprattutto gli effetti che su di loro hanno approcci diversi alla realtà.
Però posso raccontare la mia esperienza personale. E la racconto partendo dal ricordo di un uomo che il 2 marzo scorso, a 92 anni, ci ha lasciati. Un uomo che ha dato alla scuola italiana più strumenti di quanti ne abbiano mai forniti i vari programmi ministeriali tanto rigidi quanto spesso inapplicabili. Mario Lodi è stato pedagogista, scrittore, educatore, ma soprattutto maestro. Maestro di scuola elementare, l’insegnante più importante nella formazione di un bambino, perché oltre alla famiglia, oltre a nonni e zii, è la persona più vicina alle figure materna e paterna.
Ho Incontrato per la prima volta Mario Lodi su una bancarella a Napoli. Fu durante i miei primi anni di università e per cinque euro acquistai cinque suoi libri. L’Universale Laterza aveva pubblicato a metà anni Settanta “Il mondo. Mario Lodi e i suoi ragazzi cinque libri che seguivano un intero ciclo di studi elementari. Di quei libricini mi avevano attratto le copertine disegnate da bambini: tratti elementari e coloratissimi. Presi il primo libro e iniziai a leggerlo. Ci trovai dentro il mondo che mi avrebbe fatto piacere vivere da bambino, un mondo di cui avrei voluto far parte.
In quelle pagine ho scoperto un maestro che non ha avuto problemi ad ammettere la propria inadeguatezza di fronte ai suoi piccoli discenti. Un uomo che si è messo lui in discussione e che non ha fatto la cosa più semplice di tutte: prendersela con l’indisciplina, con la scarsa abitudine a stare a scuola, con la mancanza di motivazione da parte delle famiglie. Un adulto che ha deciso di trattare i bambini da bambini. Cosa difficilissima. Cosa rara, ma che quando la incontri non la dimentichi più. Trattare i bambini da bambini significa capire che loro devono ancora conoscere il mondo e che la conoscenza fondamentale è quella che deriva dall’esperienza. Da quella tattile, olfattiva, dall’osservazione. Dalla condivisione. Dalla scoperta della propria fisicità. Dalla scoperta della natura attraverso le stagioni che si avvicendano (ere geologiche per loro), dalle foglie che nascono, che ingialliscono, che cadono e che si sgretolano sotto i loro piedi. L’educazione e la crescita passano attraverso il gioco. Un gioco che è anche scoperta dei propri limiti, che può essere anche paura, pericolo, insicurezza.
Qualche Mese Fa mi è capitato di leggere su “Internazionale” un articolo molto interessante di Peter Gray (psicologo e ricercatore presso il Boston College). Parlava proprio  dell’importanza del gioco per l’acquisizione di abilità sociali essenziali per la vita dell’essere umano da adulto. Un gioco che non sia scandito nei modi e nei tempi dai genitori. Questo tipo di gioco insegna l’ascolto, la creatività, la gestione delle emozioni. Insegna che non sempre è meglio essere il più bravo perché si corre il rischio che nessuno più voglia giocare con te se è destinato a perdere sempre, Insegna a migliorarsi per partecipare a un’attività in cui sono necessarie qualità in cui non eccelliamo. Insegna ad affrontare anche piccoli pericoli con l’aiuto dei propri compagni. Tutto questo i genitori, superando paure, proiezioni e aspettative, devono consentirlo ai propri figli.
Ma a ben guardare Mario Lodi quando nel 1948, a 26 anni, fu nominato maestro di ruolo, con i suoi esperimenti che poi sono diventati metodo, non intendeva solo gestire una classe di bambini poco interessati alla scuola, magari di quelli che oggi qualcuno definirebbe con troppa leggerezza “iperattivi” o “svogliati”. Non cercava un modo per occupare il tempo che i bambini avrebbero dovuto trascorrere con lui. Mario Lodi stava aiutando le famiglie di quei bambini nella formazione di individui felici. Di uomini e donne che avrebbero poi avuto nei riguardi del mondo e degli altri uomini e della altre donne un atteggiamento di apertura, di fiducia. Mario Lodi oltre ad aver mostrato come trattare i bambini da bambini ha avuto il merito enorme di comprendere che tutto parte dalla scuola. Sempre.
Roberto Saviano – L’Espresso – 8 maggio 2014

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