appello di 560
scrittori e intellettuali
Tra i firmatari Alaa
al-Aswany, Tariq Ali, Martin Amis, Margaret Atwood, Paul Auster, Ultrich Beck,
Bjork, Daniel Cohn-Bendit, Erri de Luca, Don DeLillo, Umberto Eco, Dave Eggers,
Victor Erofeev, Amitav Ghosh, Gunter Grass, David Grossman, Mohsin Hamid, Kazuo
Ishiguro, Etgar Keret, Hanif Kureishi, Jonathan Littell, Javier Marias, Petros
Markaris, Ian McEwan, Eva Menasse, Robert Menasse, Amos Oz, Orhan Pamuk, Ahmed
Rashid, Arundhati Roy, Peter Schneider, Irvine Welsh…
Negli ultimi mesi è diventato di dominio pubblico in che
misura viene esercitata la sorveglianza di massa. Basta qualche clic e lo Stato
può accedere al vostro cellulare, alla vostra posta elettronica, alla vostra
attività sui social network e alle ricerche su Internet. Può seguire le vostre
simpatie e attività politiche e, in collaborazione con le grandi società di
Internet, raccoglie e archivia i dati, potendo così prevedere i vostri consumi
e il vostro comportamento.
L’inviolabile integrità dell’individuo è il pilastro
fondamentale della democrazia. L’integrità umana va oltre la fisicità corporea.
Tutti gli esseri umani hanno il diritto di non essere osservati e disturbati
nei loro pensieri, nel loro ambiente personale e nelle comunicazioni.
Questo diritto umano fondamentale è stato annullato e
svuotato dall’uso improprio che Stati e grandi imprese fanno delle nuove
tecnologie a fini di sorveglianza di massa.
Una persona sotto sorveglianza non è più libera; una società
sotto sorveglianza non è più una democrazia. Per mantenere una qualche
autenticità i nostri diritti democratici devono valere nello spazio virtuale
come in quello reale.
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La
sorveglianza viola la sfera privata, e compromette la libertà di pensiero e di
opinione.
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La
sorveglianza di massa tratta ogni cittadino alla stregua di un potenziale
sospetto. Sovverte una delle nostre conquiste storiche, la presunzione di
innocenza.
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La sorveglianza rende l’individuo trasparente, mentre lo Stato e le grandi
imprese operano in segreto. Come abbiamo visto questo potere è oggetto di abusi
sistematici.
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La sorveglianza è furto. Questi dati non sono proprietà pubblica: appartengono
a noi. Nel momento in cui vengono usati per prevedere il nostro comportamento
veniamo derubati di qualcos’altro: il principio del libero arbitrio,
fondamentale per la libertà democratica.
Rivendichiamo il diritto di tutte le persone a determinare,
in quanto cittadini democratici, in che misura possa avvenire la raccolta,
archiviazione e elaborazione dei propri dati personali e ad opera di chi; il
diritto di essere informati sulle modalità di archiviazione dei propri dati e
sull’uso che ne viene fatto: di ottenere la cancellazione dei propri dati nel
caso in cui siano stati raccolti e archiviati illegalmente.
Facciamo Appello Agli Stati E Alle Imprese
perché rispettino questi diritti.
Facciamo Appello A Tutti I Cittadini
perché lottino in
difesa di questi diritti.
Facciamo Appello Alle Nazioni Unite
perché riconoscano
l’importanza fondamentale della protezione
dei diritti civili
nell’era digitale e della creazione di una Carta
internazionale dei
diritti digitali.
Facciamo Appello Ai Governi
affinché sottoscrivano
tale convenzione e vi aderiscano.
Stefano Rodotà – Il Mondo nella rete – Quali i diritti, quali
i vincoli –la Repubblica
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