Proclamare l’anno della donna può
essere un’offesa grave. Soprattutto se chi con fa mostra di avere in mente
un’immagine stantia del femminile. È successo in Francia, nel comune alsaziano
di Dannemarie, che ha voluto rendere omaggio all’altra metà del cielo.
Esponendo 125 sagome stradali che rappresentano donne giovani, belle e slim in
pose provocanti, leggere e un po' frou. Silhouettes tutte
shopping, tacchi a spillo, bikini ammiccanti, occhiali da pin up, minigonne vertiginose, posture
burlesque. Spesso nude. Unica eccezione il tipo manager, sexy ed austera. Ma
sembra tanto una foglia di fico. Un gruppo femminista ha denunciato la cosa al
Tribunale amministrativo di Strasburgo che ha ordinato la rimozione delle
immagini incriminate. Motivazione, l’iniziativa riflette una concezione
stereotipata e sessista della femminilità, ridotta a caricatura o, peggio, a
oggetto sessuale. Con l’aggravante che a promuovere una campagna di fatto
discriminatoria è un’amministrazione dello Stato. A rilanciare la notizia è un
bell’articolo di Juliette Deborde su Libération.
Non è ancora chiaro dove andrà a sbattere il boomerang che sindaco e giunta
hanno lanciato. Anche perché il primo cittadino ha fatto ricorso contro la
sentenza, accusando le femministe di estremismo. Ma in realtà queste ultime
hanno ragione. Perché appiattire l’immagine femminile su cliché da spot
pubblicitario o da rivista di moda è una sorta di formattazione e di
svilimento. In apparenza progressista e senza tabù, in sostanza profondamente
reazionaria. Di fatto queste sagome non parlano delle donne, ma dell’idea che
certi uomini hanno di loro.
Marino Niola – Miti D’Oggi – Scienze – Il Venerdì di La
Repubblica 8 settembre 2017 -
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