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sabato 23 settembre 2017

Lo Sapevate Che: Kim & Donald Giochiamo a fare la Guerra?...



“Il test atomico è riuscito. Il nuovo ordigno all’idrogeno armerà un super missile di tipo intercontinentale dopo la riuscita del test di oggi”. E’ la traduzione che trovo dell’annuncio fatto da quella che, se non fosse ormai globalmente nota come portatrice di sventure minacciate, è di fatto un’icona pop che Warhol avrebbe moltiplicato all’infinito. Ri Chun-hee, celebre giornalista in pensione che la tv di Stato nordcoreana rispolverato solo per annunci epocali, fa sapere al mondo, contenta, professionale e marziale come sempre, che il loro capo supremo ha un’immutata voglia di giocare alla guerra, e che intanto, nell’attesa che qualcuno si decida a giocare con lui, si sta esercitando nel cortile di casa. Le foto di Kim Jong-un che sfiora eccitato la testata nucleare sono facile preda di fotoritoccatori alle prime armi che giocano nel vederlo alle prese con il meteorite della pubblicità del Buondì, per ora percepito qui da noi come intellettualmente più pericoloso. La bomba all’idrogeno di Kim, che dal preoccupato Giappone fanno sapere essere di dieci volte superiore per potenza a quella nucleare lanciata su Hiroshima, in attesa di provocare ripercussioni politiche, ne provoca di ambientali, tipo un terremoto del 6,3 e poi un altro del 4,6 in acque coreane. Fa tutto parte del gioco. Ognuno, soprattutto se dittatore, si diverte come può e come sa. Ascoltando Radio3Mondo (sempre interessante), capisco che le riflessioni degli esperti mi stanno portando a una preoccupazione più concreta del solito in luogo dell’indolente ma tutto sommato tranquillo e irresponsabile fatalismo di sempre. In sostanza, si racconta di un probabile prossimo ritorno della Guerra fredda, ammesso e non concesso che non ci sia già ripiombati ufficialmente. La Guerra fredda, parametro fondamentale di ogni posizionamento politico negli anni Ottanta, era basata sul principio base che nessuno si sarebbe fatto del male se nessuno avesse schiacciato il bottone sbagliato. In osservanza reciproca del detto “can che abbaia non morde”, Usa e Urss si limitavano, per così dire, a fare i gradassi con i piccoli muovendo le armate come fosse Risiko, ma nessuno dei due avrebbe mai davvero scaraventato in aria il cartellone. Col senno e il progresso tecnicologico, non si può non notare come le leadership allora (nel Mondo, in Europa e in Italia), anche quelle più brutte, appaiano per lo più relativamente più assennate di quelle odierne. L’idea che a tenere a bada Kim ci sia Trump, per dire, fa di questo precario mondo un Risiko in mano a sconsiderati.
Diego Bianchi – Il Sogno di Zoro – Il Venerdì di La Repubblica – 15 settembre 2017 -

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