Un Gruppo Di ricercatori di Harvard vent’anni or
sono condusse un’indagine sulle donne e il matrimonio, raggiungendo una
conclusione che da allora rimbomba nella fantasia popolare: “Un’americana oltre
i 40 anni ha più possibilità di essere uccisa da un terrorista che di trovare
marito”. La percentuale di probabilità calcolata dall’inchiesta era, per donne
mai sposate, del 2,9 per cento. Come tante statistiche rigurgitate nei titoli
di giornali, che si impigliano nell’immaginazione simili a pipistrelli nei
capelli lunghi, anche questa della quasi impossibilità del “sì” oltre la soglia
degli “anta” ha continuato a vivere e a radicarsi. La ricerca si è rivelata
sbagliata, ma dozzine di film e show televisivi l’hanno ripetuta e trapanata
nella testa di molte donne. L’esempio più celebre è Insonnia d’amore, in cui la protagonista Meg Ryan spiega all’amica
Rosie O’Donnell che oltre i 40 anno è finita. Rosie le risponde “Non sarà vero…
ma ci sembra vero”. Così doveva sembrare anche a Stephanie Hockstra, sbarcata
oltre la sponda dei 40 con un matrimonio alle spalle e due figli a carico. Ma
poiché le statistiche sono fatte per essere smentite, Stephanie aveva sfidato
tutte le probabilità e nel 2016 aveva incontrato quello che non aspettava più:
un uomo che le aveva proposto di sposarla. C’era qualche complicazione
logistica. Lei e Kelly vivevano in città diverse. Si erano incontrati per caso
durante un trekking nelle foreste del Canada, dove lei viveva e lui era in vacanza.
La scelta era difficile, ma Stephanie, era una donna pratica: valeva la pena di
trasferirsi anche per dare un patrigno ai figli. Con il futuro sposo, vigile
del fuoco, avevano stabilito la data di matrimonio: il 26 agosto. E lei aveva
acquistato parecchie cose per la casa: tutto il corredo, gli utensili, gli
accessori. Oltre naturalmente, all’abito da sposa. Lo aveva spedito
raccomandando a Kelly di lasciare chiusa la scatola, di non guardarlo prima
della cerimonia. Si sarebbero sposati a Houston, nel Texas. Il giorno previsto
per il matrimonio, arrivò un ospite inatteso: Harvey, l’uragano che ha
rovesciato un metro e messo di pioggia sulla città, trasformandola per una
settimana in una moderna Atlantide sommersa. Quarantamila case finirono
sott’acqua, tra cui quella di Kelly. Quando finalmente, dopo tre giorni di
fatica disumana per salvare vite altrui, il pompiere innamorato riuscì a
raggiungere la propria abitazione, dall’acqua emergevano soltanto il tetto e il
solaio. “Abbiamo perduto tutto”, pianse Stephanie al telefono, ma non era
proprio così. Lui, prudente, aveva portato la scatola con l’abito da sposa in
solaio. Si tuffò nell’acqua torbida e tossica di inquinanti per entrare da una
finestra. Trovò ad aspettarlo un alligatore che nuotava, anche lui profugo, tra
il lago che circondava la casa e le stanze. Si ignorarono a vicenda, forse
anche l’altro in missione per la sua alligatrice. Kelly si arrampicò sulla
scala fradicia e raggiunse il solaio: lì, intatto e asciutto, c’era lo
scatolone con l’abito. L’uomo rimase a fargli la guardia fino a quando, ore
dopo, una lancia della polizia che navigava tra le case sommerse lo caricò,
portandolo in salvo lui e l’abito da sposa. Stephanie piangendo, questa volta
di gioia, e fissando la nuova data del matrimonio per sabato 30 settembre. Ci
vuole altro che un uragano, una casa allagata e un alligatore per impedire a un
uomo di sposare una donna di 40 anni.
Vittorio Zucconi – Opinioni – Donna di La Repubblica – 23
settembre 2017 -
Nessun commento:
Posta un commento