Etichette

sabato 16 settembre 2017

Lo Sapevate Che: Il dibattito va all'inferno con il politicamente corretto...



“Noi uccidiamo solo persone nere”, dice un poliziotto americano mentre controlla una passeggera alla guida della sua vettura. C’è il video, c’è la frase chiaramente distinguibile e c’è il dibattito online (tra italiani, sul sito italiano) sotto quel video. C’è chi scrive “palesemente sarcastico, ma chi vive di ideologia ed ignoranza non lo capirà mai”. C’è chi parla di “umorismo un po' macabro, all’inglese, troppo cerebrale per i cittadini di un Paese che fa la guerra alle statue”. E c’è chi fa notare che, sarcasmo o meno, “le parole purtroppo sono confermate dalle statistiche”. C’è soprattutto, qui come in ogni focolaio di dibattito acceso, la dannazione del politicamente corretto così fuori moda e fastidioso da essere diventato, per colmo dei colmi, politicamente scorretto. La sovrapposizione di dibattito americano e dibattito italiano è immediata, plastica, fisiologica. Di là, come di qua, la guerra tra poveri là, come di qua, la guerra tra poveri ammantata di odio razziale utile per campagne elettorali passate e in progress è visibile, tangibile, quotidiana, senza fine. La si vede ovunque. Nelle parole e nei gesti delle forze dell’ordine, che nella migliore delle ipotesi eseguono ordini tanto discutibili da essere discussi, a cose fatte e irrisolte se non complicate, da chi quell’ordine l’ha dato (come per lo sgombero di piazza Indipendenza, disorganizzato al punto da provocare l’immediato stop di ogni sgombero se senza alternative pronte). Il clima è poi tale che nella peggiore delle ipotesi quegli ordini vengono eseguiti abusando della propria forza, spesso in maniera recidiva, comunque contro gli “ultimi”, siano questi operai ternani, rifugiati eritrei o neri americani. I giornali scandagliano social network per scoprire i trend più pop dell’indignazione da tastiera, i social network vomitano il peggio sperando di essere notati dai giornali se non dai destinatari dei loro insulti. Accade così che ci si accorga tutti all’improvviso che in Italia lo stupro non è un fatto episodico ma solo perché il coinvolgimento di nordafricani ci ha portato a dibattere su responsabilità politiche e mandanti morali ai quali augurare altrettanta sorte, soprattutto se donne. La discesa del dibattito agli inferi, quasi inutile sottolinearlo, è quotidianamente sospinto da autorevoli parlamentari e opinionisti, ossessionati dall’urgenza di rilanciare notizie utili alla propria causa, vere o false in pari percentuale, senza filtri né cognizione del proprio ruolo, omettendo quel che stona o potrebbe disturbare la narrazione che funziona. Detto ciò, a inizio settembre, mi autodenuncio. Sono consapevole di aver scritto lo stesso articolo per tutta l’estate. Per quel che conta, e per quel che accade, temo che continuerò anche in autunno.
Diego Bianchi –Il Sogno Di Zoro – Il Venerdì di La Repubblica – 8 settembre 2017 -

Nessun commento:

Posta un commento