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lunedì 9 marzo 2015

Lo Sapevate Che: Un terremoto lungo un anno: Renzi...



Un anno vissuto fortunatamente, quello di Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Arrivato alla Presidenza del consiglio con una classica congiura di palazzo, smentendo il fedifrago “stai sereno” ricolto a Enrico Letta, Renzi ha fatto dimenticare, la sua iconoclastia, la sua onnipresenza hanno travolto le resistenze di chi si era  adagiato sulle mosse felpate e i toni bassi del duo Monti-Letta. Il passaggio di stile e di modi, più ancora che di contenuti, segna uno spartiacque nella politica italiana. Per certi aspetti sembra di essere ritornati ai tempi del craxismo imperante di trent’anni fa. Ma con una differenza sostanziale. (..). Rincorreva, il nuovo, ma aveva la testa ancora rivolta al Novecento. Renzi Arriva Da Un Altro Pianeta ed è figlio di un’altra epoca. E’ il primo leader politico senza ideologia né riferimenti politico-culturali. Persino Berlusconi li aveva, seppure in pillole: un anticomunismo da maggioranza silenziosa unito ad un neoconservatorismo in salsa italiota, preparato da qualche spindoctor in circolazione tra Segrate e le redazioni dei suoi giornali. Renzi non ha retroterra, al di là di uno scautismo da amici miei. E’ un politico puro, “volpe e lione” quando serve. (..). I primi ad accorgesi della mutazione antropologica che la vittoria di Renzi imponeva nel partito e nel governo sono stati i suoi compagni democrat.(..). Messo A Tacere in un modo o nell’altro il dissenso interno, Renzi è passato a sistemare il secondo forno della sua politica, quello berlusconiano. Il Cavaliere si era illuso di poter contare sulla benevolenza del Presidente del Consiglio. Non aveva capito l’asimmetria della loro relazione. Quando non serviva più, è stato gettato alle ortiche. Mai un D’Alema o un Bersani lo avrebbero trattato così. Ma Renzi viene da un altro mondo: vive di tatticismi e si fida esclusivamente del suo giglio magico; fuori esistono solo nemici o alleati temporanei, utili di volta in volta al perseguimento di un obiettivo. (..). Anche il M5S, da tempo senza guida e senza prospettive, ha risentito della forza attrattiva del partito di maggioranza. Solo Salvini riesce, per ora, a salvarsi. Ma persino il Veneto diventa contendibile se non si ricompone la faida interna alla Lega. Lo spappolamento delle opposizioni di fronte ad un governo a guida Pd è lontano anni luce dalla lotta senza quartiere che gli esecutivi di centrosinistra, soprattutto quelli guidati da Romano Prodi, hanno dovuto subire. In realtà, è proprio questo il dato “epocale” della leadership di Matteo Renzi: aver  liberato la sinistra di governo da quella sottile, persistente patina di inferiorità complex, di inadeguatezza al ruolo, di minorità e inadeguatezza rispetto al Paese reale. Ora è il Pd – grazie anche al suo leader – che guida le danze. E questo piace immensamente ai suoi sostenitori, compresi i volontari delle feste dell’Unità con una antica tessera Pci in tasca.
Piero Ignazi – Poteri&poteri – L’Espresso – 5 marzo 2015 -

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