C’è un buco nero nei bilanci dell’Asi, l’agenzia
spaziale che ha il compito di portare in orbita il made in Italy nel campo
della ricerca scientifica e tecnologica. La Corte dei Conti ha passato al
setaccio i risultati del 2013: in soli due anni, il disavanzo finanziario
dell’Agenzia è triplicato, arrivando alla soglia record di 233 milioni di euro.
Un balzo stellare, con i magistrati contabili che chiedono al management
dell’ente statale di provvedere a “ulteriori urgenti iniziative di contenimento
della spesa e razionalizzazione dei costi della gestione” Soprattutto a fronte
degli impegni che l’Asi ha preso con l’agenzia spaziale europea (Esa),
programmi che la Corte valuta a rischio sostenibilità. E’ una storia antica,
inarrestabile, con l’Agenzia che spende più di quanto le viene conferito per
legge e i debiti si accumulano. Nel mirino sono finite le spese per la nuova
sede, già bocciate dall’autorità di vigilanza sugli appalti e l’eccesso di
consulenze, definite “anomale e illegittime”. (..). E se è vero che i costi per
il personale sono stati ridotti nell’ultimo biennio da 24 a 19 milione e mezzo,
l’unica spesa che i magistrati constabili trovano in crescita è proprio quella
relativa al personale distaccato da altre istituzione, raddoppiato dai 690 mila
euro del 2012 a ben 1,24 milioni. Chi sono e come sono stati scelti questi
“comandati”? Dall’organigramma fioccano dei conti di parenti di sindacalisti,
revisori dei conti della stessa Agenzia e persino di consiglieri della Corte
dei Conti. In alcuni casi, dalla documentazione interna, si capisce che il
“comando” temporaneo è solo un escamotage per un posto definitivo. Una di loro
sa già che verrà assorbita perché così è scritto nella lettera di nomina
dell’Agenzia. Ma è un’altra funzionaria “in prestito”, in una mail interna, a
confessare di aver chiesto una raccomandazione per il trasferimento all’Asi: “
Ero in cerca di maggiori guadagni e mi è stata data questa possibilità”. Tra i
14 comandati nel 2012, sei sono stati assunti de finitamente la sorte di quei
lavoratori era stata già decisa proprio al momento dell’ingaggio, all’apogeo
della presidenza Saggese. Ma il destino non sarà uguale per tutti. Federica
Luciani, ritenuta “una risorsa in eccesso”, è stata rimandata al ministero della
Difesa. Non ci se segnala all’ispettorato della Funzione pubblica quelle
assunzioni. Il ministero si muove subito, scrive all’Agenzia rilevando che la
procedura di quegli “assorbimenti” è in contrasto con la legge. Ma il cda
dell’Asi non risponde. Il caso finisce sul tavolo di Santo Darko Grillo,
responsabile anti corruzione dell’ente spaziale. Il dirigente sostiene che occorrono rilievi oggettivi e liquida quella denuncia come un
“whistleblowing”: una soffiata, che però ora è al vaglio dell’Autorità anticorruzione
di Raffaele Cantone.
Chiara Organtini – Sprechi – L’Espresso 19 marzo 2015
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