(…).
Eguaglianza e liberazione unite insieme. Eguaglianza era la
condizione preliminare per consentire alle donne di liberarsi. Da che cosa? Dai
valori maschili affermando valori propri. E quali erano quei valori? La pace,
la maternità, la dignità del lavoro domestico ed anche esterno alla famiglia,
la libertà dell’amore. Non era chiaro se quel tipo di femminismo prendesse in
considerazione la famiglia come istituzione stabile e volesse in quella sede
affermare i propri valori maternali, oppure se il libero amore portasse ad una
sorta di famiglia aperta che non fosse in alcun modo sacramentata ma durasse
solo quanto durava l’amore e l’innato desiderio di procreazione e poi finisse
lì. Questo femminismo transitò in Francia negli anni Quaranta confondendosi con
l’esistenzialismo di Sartre e di gran parte d’una sinistra non comunista. La
compagna di Sartre, Simone de Beauvoir, lo sostenne dichiarando la convivenza
dell’amore delle donne per l’uomo e contemporaneamente anche per un’altra
donna. Il lesbismo che era stato volutamente ignorato ebbe così una
manifestazione pubblica e molto autorevole. Quanto alla libertà politica e
religiosa, queste erano questioni di libera scelta individuale. Riguardo al
lavoro il femminismo rifiutava il modello maschile e rivendicava la differenza
dei generi.(…). In Italia La Nuova Ondata di femminismo nacque insieme al
movimento studentesco del “Sessantotto”; agli inizi confuso con esso, se ne
distaccò dopo pochi mesi non perché fosse contro ma per riaffermare la
differenza dei generi. Così proseguirono in parallelo, studenti e studentesse
erano di sinistra non comunista ma libertaria; le femministe erano egualmente
libertarie ma con propri circoli e propri dibattiti. Non permettevano ai maschi
di partecipare ai loro lavori. A questo punto venne alla luce sempre più
l’amore lesbico che per una lunga fase fu uno dei caratteri distintivi di quel
femminismo. Ma la questione di gran lunga preminente era il lavoro: le donne
volevano scalare i livelli delle aziende in cui lavoravano, essere in grado di
conquistare il potere e a quel punto gestirlo in modo femminile e non
maschile.(…). Nel Frattempo Però un fatto nuovo stava avvenendo:
l’eguaglianza dei generi aveva fatto molta strada, le donne più audaci e
volitive che avevano scalato il potere nella pubblica amministrazione, nelle
banche, nelle imprese, avevano assorbito, forse senza rendersene pienamente
conto, i valori maschili e in particolare o il più diffuso tra gli uomini:
l’esercizio del potere. E poiché le donne hanno un’intuizione, una sensibilità,
una spiccata capacitò di rapporto con gli altri, questi elementi positivi hanno
reso più facile la loro ascesa e supremazia. (..). I valori femminili stanno
declinando e con essi, purtroppo, anche
il livello demografico; tra i nuovi nati predomina comunque il figlio unico, la
cui sindrome è molto più complessa. Declina dunque anche la fratellanza di
consanguinei. Nella popolazione mondiale questo fenomeno accade soprattutto nei
Paesi ricchi, mentre in quelli poveri il livello delle nascite è enormemente
maggiore con la conseguenza del movimento inarrestabile delle grandi migrazioni
verso i continenti più ricchi. Tramonta un’epoca e un'altra è all’orizzonte.
Eugenio Scalfari – Il vetro soffiato www.lespresso.it – 19 marzo 2015
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