La Corruzione è una guerra corsare combattuta con
altri mezzi illeciti. Violenti quanti basta per depredare una nazione fingendo
di avere le mani pulite. Questi pirati scorrazzano dal Nord al Sud pressoché
impuniti; cambiano bandana e vessillo; razziano tutto quel che hanno a
disposizione e restano sempre a galla Professionisti della mazzetta e boss del
riciclaggio, un’alleanza perversa (..). L’ennesima Tangentopoli, scoperchiata
con gli arresti effettuati lunedì 16 marzo, ripropone il desolante scenario di
un Paese indifeso di fronte a tanta protervia. Ercolino sempre in piedi, il
potente capo della “struttura di missione” (quale?) del ministero delle
Infrastrutture, Ercole Incalza, è uno dei più longevi combattenti di quest’avventura
piratesca. Non c’era bisogno di aspettare un eventuale avviso di garanzia,
dunque, ora che la procura di Firenze ha reso nota l’inchiesta sulle ruberie
delle Grandi Opere, per arrivare alla conclusione che Maurizio Lupi non potesse
ricoprire l’incarico che gli affidò nel 2013 Enrico Letta e, un anno dopo, gli
confermò Matteo Renzi. C’è un codice non scritto, quello della responsabilità
politica, che dovrebbe precedere gli articoli del codice penale. Perché se la
responsabilità di un reato di fronte alla legge è sempre e soltanto personale –
e di questo dovrà rispondere chi è finito agli arresti – esiste pur sempre un
livello di consapevolezza della propria condotta nello svolgimento di incarichi
di governo.(..). Sin Dai Primi Giorni del suo insediamento Matteo Renzi è
sembrato deciso nel procedere in questa direzione, nel ridimensionare lo
strapotere di apparati fuori controllo e irresponsabili del oro operato. E’
un’opera necessaria, anche se le forme giuste non sono state ancora
individuate. Sarà sufficiente la rotazione degli incarichi, auspicata da
Antonio Di Pietro, l’ex pm che in politica ha collezionato insuccessi ma che su
questi affari aveva vista lunga? (..). “Se La Corruzione non viene scoperta, significa che
c’è un problema, nelle procure o negli inquirenti, e questo è anche specchio
dell’inefficienza della magistratura”, ammette con onestà intellettuale
Raffaele Cantone (..). Il presidente dell’autorità anti-corruzione non tace
critiche anche ai suoi colleghi magistrati. Perché, se ci sono tante toghe
impegnate con dedizione nel contrasto al crimine, altre – una minoranza, dice
Cantone – non hanno fatto tutto ciò che potevano o, peggio, per collusione con
poteri intoccabili.(..). In questa terra di mezzo cresce e prospera un
contropotere criminal-finanziario. (..) : dai colpi di lupara ai coli di
mazzette, così si combatte una guerra silenziosa quanto spietata per il
controllo del potere affaristico-economico. Una guerra corsara, senza regole.
E’ qui che si gioca la capacità di stratega del premier-segretario. Solo
vincendola Matteo Renzi riuscirà davvero a cambiare verso all’Italia.
Auguriamoci che ce la faccia.
Luigi Vicinanza – Editoriale www.lespresso.it-@vicinanzal - 26 marzo – 2015
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