Ci sono test che possono consentire la valutazione di fattori
di rischio cardiovascolare, permettendo quindi una prevenzione mirata, o
arrivare ad una diagnosi precoce dei pericoli che corre il cuore. Altri esami,
invece, servono a poco per la persona sana. I controlli vanno eseguiti a
seconda dei profili di rischio, sulla scorta della predisposizione genetica e
delle abitudini di vita, in base alle indicazioni del medico.
Da fare : Le carte del
rischio. Questi strumenti offrono al medico un quadro
sull’evoluzione del pericolo di andare incontro ad un infarto negli anni a
venire. Se da questa valutazione emerge ad esempio un rischio elevato, cioè se
il pericolo che si verifichi un infarto supera il venti per cento in dieci anni,
si può procedere con esami più accurati. Controllo della
pressione arteriosa. Va eseguita da tutti, almeno una volta l’anno. Il
controllo regolare consente di individuare un’eventuale ipertensione e quindi
di trattarla, riducendo il rischio di malattie cardiovascolari e renali. Misura del colesterolo. Il controllo del colesterolo nel sangue va eseguito
regolarmente, almeno una volta l’anno nei soggetti a rischio che presentano
familiarità per malattie cardiovascolari oppure altri fattori di rischio
ipertensione e diabete. Importante è eseguire il frazionamento delle li
proteine: valori di colesterolo elevato Ldl Hdl (ad azione protettiva per le arterie) aumentano infatti il
rischio di patologia cardiache. Controllo della glicemia. Il test della glicemia, eventualmente
associato alla ricerca del glucosio nelle urine (glicosuria) è consigliato alle
persone sovrappeso e a quanti presentano familiarità per diabete e malattie
cardiovascolari. In ogni caso la glicemia andrebbe ripetuta annualmente dopo i
40-45 anni.
FORSE Sì, FORSE NO: Misura dell’adiponectina. E’ una
proteina prodotta dalle cellule adipose, la cui sintesi cala drasticamente nei
soggetti diabetici obesi. Diverse ricerche hanno dimostrato come bassi livelli
di adiponectina si associano all’incremento dell’indice di massa corporea, e ad
aumento del rischio cardiovascolare, con aumento di incidenza di infarto. Al
momento il test non viene applicato di routine. Proteina C reattiva. Esiste una
correlazione tra incremento del livelli di proteina C-reattiva e maggiori
pericoli per il cuore. Il parametro appare particolarmente valido per le donne,
ma anche in questo caso al momento non è ancora nelle valutazioni regolari per
la misurazione del rischio in persone sane.
Da non fare, A Meno
Che…..: Elettrocardiogramma (..) – Eco-Doppler
delle arterie carotidi (..) – Tac coronarica . Va effettuata solamente con
indicazioni precise, se si cercano lesioni alle arterie che irrorano il cuore.
Né ha senso effettuare sui sani lo “score del calcio”, un test in uso da qualche
tempo per valutare la presenza di calcificazioni indice indiretto della
possibilità che siano presenti restringimenti al flusso del sangue all’interno
delle arterie coronarie.
Federico Mereta – Scienze – L’Espresso 26 febbraio 2015 -
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