Etichette

venerdì 20 marzo 2015

Lo Sapevate Che: Dai mutui facili negli Usa ai prestiti per gli studenti: esploderà una nuova bolla?...



 In quante bolle speculative stiamo vivendo e quale sarà la prossima a esplodere? Sono passati sette anni dalla crisi cominciata con il crollo dei mutui americani e il fallimento della Lehman Brothers e il mondo degli economisti, i guru del nostro tempo, si divide, grosso modo, in due tendenze opposte. C’è chi è convinto che la crisi sia ormai alle spalle e sia già in atto una ripresa lenta a partire, ma destinata a durare a lungo e in grado di riportare in pochi anni in alto occupazione e reddito, ai livelli di prima e forse anche oltre. A questi ottimisti non mancano gli argomenti e i dati concreti, dal basso prezzo del petrolio ai record di Wall Steet, alla ripresa del commercio mondiale nel 2014 a ritmi del5 per cento, dopo anni bui. Questi cantori delle magnifiche sorti e progressive sono la schiacciante maggioranza. Esiste poi invece una piccola minoranza di ultra pessimisti che annunciano l’apocalisse. Per costoro la ripresa sbandierata è soltanto l’ultima delle bolle speculative a esplodere a breve con una potenza distruttiva devastante. Anche da questa parte gli argomenti abbondano. In fondo, che cosa è cambiato dal 2008? L’economia malata che ha prodotto la grande depressione non è cambiata: la finalizzazione estrema dell’economia, la concentrazione progressiva della ricchezza in poche mani, le banche che giocano i risparmi dei cittadini ai tavoli di un capitalismo da casinò, Il volume dei derivati è ancora alimentato fino a 700 miliardi, dieci volte il Pil mondiale. Le azioni di Wall Street schizzano alle stelle senza alcun legame con la produzione reale, i valori immobiliari sono tornati a gonfiarsi, circolano nuove fonti di credito (e debito) che paiono poggiare su calcoli folli. Per esempio i prestiti d’onore agli studenti che hanno sostituito i famigerati subprime, secondo la stessa logica. Oggi i soli studenti statunitensi sono indebitati con le banche per 1.200 miliardi di dollari, una media di 20 mila a testa. Con l’occupazione giovanile (reale) e i salari in calo continuo, quando e quanti li potranno restituire? La vittoria di Obama è stata la risposta allo scoppio di una bolla economica, mediatica e politica. Non era vero nulla. Saddam non aveva l’atomica, non esistevano le basi terroristiche in Irak, non c’erano le garanzie per i mutui e i bilanci certificati dalle agenzie di rating erano falsi. Bisogna voltare pagina, si disse allora, ma forse si trattava di uscire da una bolla per entrare in un’altra.
Curzio Maltese – Contromano – Il Venerdì di Repubblica – 13 marzo 2015 -

Nessun commento:

Posta un commento