“Lo studio è molto valido. Ma mi meraviglia sempre che
occorrano studi simili per convincere che la ricerca e l’innovazione in fisica
degli ultimi cent’anni hanno avuto un impatto sociale ed economico decisivo”.
Lo afferma Guido Tonelli, fra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs
al Cern di Ginevra. “Il telefonino non esisterebbe senza la meccanica
quantistica. E tutta la ricchezza e il lavoro creati dal web sono un
sottoprodotto della ricerca fondamentale al Cern. Invece sembra che i ritrovati
della tecnologia siano piovuti dal cielo: all’opinione pubblica, e posso
capirlo, ma anche ai governi, e li capisco meno”. Quali governi,
professore? Tutti?
“Negli ultimi 10 anni ho incontrato praticamente tutti i ministri della ricerca
e a parole tutti concordano che la ricerca e l’innovazione siano fondamentali.
Ma per tutti c’è sempre qualcosa di più urgente da fare. Non si rendono conto
che questa è di gran lunga la cosa più importante di cui occuparsi. Da anni si
cercano vie d’uscita dalla crisi e non ne funziona una. Prima o poi a qualcuno
verrà il dubbio che per una soluzione duratura occorre puntare radicalmente sul
nostro capitale più importante, quello umano”. E’ solo una questione
di finanziamenti?
“Sulla carta ci sono tante buone intenzioni, ma di fatto i budget universitari
sono ridotti. Ora, se ci dicono che dobbiamo risparmiare sulla ricerca lo posso
accettare, anche se ormai si fa economia anche sulla carta per le fotocopie.
Abbiamo gli stipendi bloccati da 4-5 anni e questo va ancora bene: c’è chi fa
sacrifici ben più duri. Quel che non accetto è che non trovino le risorse per
assumere i ricercatori a un ritmo stabile”. E’ su questo che
chiedete un’azione del governo? “Subito. Non ci vuole molto: per assumere mille ricercatori
all’anno per i prossimi dieci anni, servono 30 milioni di euro annui, non certo
cifre da far tremare i bilanci statali. E se offrissimo ogni anno lavoro ai
mille giovani più bravi nelle varie discipline, gli effetti si vedrebbero anche
nell’economia”.
Guido Tonelli – Ricerca – L’Espresso – 26 febbraio – 2015 -
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