Premessa: sto per prendere una posizione
alquanto impopolare. Ma tant’è. Specie in questa stanza è giusto dire la
verità, nel senso di tutto ciò che si pensa. Allora: sono d’accordo parola per
parola con l’ultima risposta che Matteo Renzi ha dato su questo giornale nell’intervista (bella e politicamente assai
significativa) concessa la scorsa settimana a Marco Damilano: continuerò, ha
detto in sostanza il premier, a usare l’elicottero per i miei spostamenti tutte
le volte che sarà necessario. Ecco, l’ho scritto. E ora proverò a spiegare
perché. Conviene partire da qui: il
presidente Obama va e viene dalla Casa Bianca in elicottero con tanto di cani,
moglie e figlie al seguito e nessuno ha da ridire, anzi ecco fotografi e tv
documentare quando parte e quando arriva. Perché? Immagino le risposte, e
soprattutto le obiezioni. La più diffusa: laggiù scorte, elicotteri e Air Force
One sono a disposizione di un uomo solo al comando, mentre nelle strade di Roma
sfrecciano ogni giorno nugoli di auto blu, e non riconosci nemmeno chi ci sta
seduto. Non solo a Roma: quando Roberto Formigoni lasciava il Pirellone sulla
sua Audi 8 e attraversava Milano, altro che Obama, sembrava il corteo del papa
minacciato dall’Isis. Anni di decentramento della politica, per tanti versi
sacrosanto, hanno anche diffuso spese, sprechi, corruzione, e generato una
pletora di ras di periferia ansiosi di potere e di sbrasate. Fino alla beffa,
ben documentata da Fabrizio Gatti sull’”Espresso”, delle provincie che non ci
sono più, ma ci sono ancora…Per il resto, basta navigare in rete e scorrere a
caso un po’ di titoli (..). Non E’ Benaltrismo, intendo dire che la malattia è
molto profonda, il virus ha attecchito e occorre una buona dose di maturità,
serietà e discernimento per non alzare un indistinto polverone con il rischio
di non colpire nessuno: tutti casta, nessuno casta. Secondo la stessa logica
che cancella responsabilità, doveri e controlli per consentire in fondo che
ciascuno si comporti alla maniera del mitico Renzi versione Crozza: fatti i
cazzi tuoi. Ho naturalmente molto apprezzato lo spirito, dettato dalla sua vera
indole, che ha spinto il presidente Sergio Mattarella a salire su un treno e
poi su un tram; ma per farlo si è dovuto isolare un intero vagone, svuotare un
tram e riempire l’uno e l’altro di personale d’ufficio al seguito e di agenti
della sicurezza. (..). Concluscione. Per arrivarci provo a rovesciare il
problema. Se vogliamo cancellare privilegi e sprechi è necessario, non appaia
paradossale, consentirne alcuni che tali non appaiano e che in fondo non lo
siano. Fissare magli strette permetterebbe di individuare i bersagli giusti,
cancellare cattive abitudini, impedire andazzi ridicoli prima ancora che
scandalosi. Altrimenti sono solo chiacchiere da bar. Si sta cambiando la
Costituzione per ridimensionare il Senato, non si può pensare a un codice
rigoroso che riduca auto blu, scorte, lampeggianti, inchini, tessere, ingressi
gratuiti (ciascuno arricchisca l’elenco) e allo stesso tempo conceda
prerogative a chi ne ha diritto? Ciò che serve non è la facile indignazione, né
la generalizzazione, e nemmeno il “si fa così e basta” (sul quale pure
concordo, e ancora di più se Renzi l’avesse detto prima che l’elicottero fosse
costretto all’atterraggio di emergenza), ma avere il coraggio di decidere di
dare a Cesare (uno, dieci, cento? Si facciano i nomi) ciò che è di Cesare, e di
togliere ai cacicchi che si credono Cesare ciò che non è loro, ma nostro.
Bruno Manfellotto – Questa settimana – www.lespresso.it - @bmanfellotto - 19 marzo 2015
Nessun commento:
Posta un commento