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lunedì 9 giugno 2014

Lo Sapevate Che: Satira Preventiva.....




Autoradio estraibile sulle nuove Alfa

E clacson bitonale, il portachiavi scubidù e il cane che muove la testa.
Sono le geniali novità imposte da Marchionne per fare concorrenza a Mercedes e Bmw. Senza dimenticare i marchi staccati dalle Jeep e avvitati sulle Fiat….

L’alfa Romeo farà concorrenza a Bmw e Mercedes: lo ha annunciato Sergio Marchionne a Trento davanti al presidente del Consiglio, lasciando capire che nella nuova Italia di Matteo Renzi nessuna sfida è impossibile. Prima di lui il chiosco “da Aldo al panino giusto” di Bergeggi aveva annunciato che farà concorrenza a McDonald e Aldo Biscardi ha anticipato che organizzerà alle Tremiti, con suo cognato, i prossimi Mondiali di Calcio.
Nuovi Modelli La notizia che siano in arrivo nuovi modelli del gruppo Fiat ha fatto il giro del mondo in pochi secondi: è dai tempi della Nuova Cinquecento, che fu collaudata da Cesare Pavese e Omar Sivori, che a Torino non si progettano più automobili. Quanto all’Alfa Romeo nessuno pensava che fosse ancora aperta: l’ultimo documento ufficiale riguardante l’attività del glorioso marchio è una raccomandata a Tazio Florio. Per quali ragioni e con quali armi, dunque, Marchionne rilancia pubblicamente la sfida alle automobili tedesche? Le ipotesi sul campo sono tre. La prima è che avesse bevuto. La seconda che Fca abbia deciso, con l’assunzione di altri dieci operai, di rinforzare il reparto “restyling”, l’unico rimasto aperto, nel quale personale altamente specializzato, munito di cacciavite di ultima generazione, svita dalle macchine il marchio Jeep e avvita, a seconda delle indicazioni dell’ufficio marketing, il marchio Fiat o Alfa Romeo. La terza è che uno dei giovani Agnelli, sfogliando vecchi album di fotografie, abbia scoperto che un tempo le aziende di famiglia producevano automobili, ne sia rimasto molto colpito e abbia chiesto a Marchionne se non sia possibile riprendere, prima o poi, quella affascinante attività industriale.
Indiscrezioni Sarà l’italianità – lo ha detto Marchionne – l’arma vincente delle nuove Alfa. Si stanno dotando i sedili di nuovi raffinati tessuti, il cassettino del cruscotto sarà rifornito dei prodotti di Eataly (dalla marmellata di pere anfibie della Val Bussa all’origami di foglie di granoturco monferrino alla carpa sotto spirito del lago di Como), il volante in radica sarà scolpito ad personam dagli intagliatori della Val Gardena, il clacson, nella tradizione Alfa, sarà bitonale per spaventare i passanti. Scelta molto vintage, l’autoradio estraibile da portare sottobraccio in ufficio, malgrado i ladri del settore siano tutti morti o in pensione: sarà un omaggio agli anni ruggenti della casa del Portello. Su richiesta, anche il cane che dondola la testa e il portachiavi di scubidù. Unico problema ancora da risolvere: su quali automobili montare tutti questi formidabili accessori? La Giulietta, ormai prodotta in almeno venti serie differenti, ha segnato in profondità il costume italiano, ma ormai ha fatto il suo tempo: la prima Giulietta è quella che rischia di investire Anna Magnani in “Roma città aperta”, l’ultimo modello viene ripescato nel Tevere in una scena tagliata della “Grande Bellezza”. “Dovremo pensare a una nuova Alfa – taglia corto Marchionne – ma in un’economia globalizzata i tempi e i modi non possiamo deciderli da soli”. Non si sa cosa significhi esattamente, ma secondo gli esperti è comunque un segno di vitalità per l’industria italiana.
Alitalia Il management di Alitalia si è posto una domanda: come evitare che l’ingresso degli emiri snaturi l’italianità della nostra compagnia di bandiera? Un sospiro di sollievo è venuto da un test internazionale dal quale risulta che, grazie alla globalizzazione, nessun passeggero al mondo, se gli nascondete la carta di imbarco, è in grado di dire con quale compagnia sta volando in quel momento. Dalla hostess che bofonchia al microfono in un inglese incomprensibile alla rivista di bordo con l’intervista a Carlo Cracco, al caffè di qualità ripugnante, al panino di gommapiuma con cetriolo vetrificato e formaggio di sintesi, ogni aereo di ogni compagnia di ogni luogo del mondo è identico a tutti gli altri.
Michele Serra – L’Espresso – 12 giugno 2014 -

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