Quando gli uomini
pensano di avere diritto al sesso
Come antidoto alla
vecchiaia
Non dimentico una
lettera di Ceronetti di cui ammiro la scrittura, in cui
esprimeva la pretesa
d’aver accesso al sesso (non all’affettività) per
eliminare le “barbarie”
della vecchiaia. Insomma i maschi sarebbero spiriti liberi
in possesso di tutte le loro facoltà che ritengono una
barbarie non aver diritto al sesso: anche se una buona maggioranza di soggetti
già verso i 50 anni ha lasciato la moglie coetanea e impalmato di corsa
giovanissime femminucce cui regalano patrimoni, incialtroniscono e dimenticano
i figli del precedente matrimonio.
Esisterebbe, per favore ditemelo, una sacralità maschile del
corpo a cui potremmo aspirare anche noi donne? O forse dobbiamo ammettere che
gli stereotipi dovrebbero essere ribaltati? In giro vedo più maschi…anziani (si
può dire degli uomini?) al braccio di donne giovani che si guardano attorno con
il terrore di perdere il symbol che ostentano e che gli costa ogni ragionevole
misura, non solo finanziaria, depressi e sotto cura, e donne d’età consce della ricchezza delle loro esperienze, anche
quelle dolorose degli abbandoni, pronte ad ascoltare, a discutere dei piaceri
che da madri e spose hanno dovuto mettere da parte. Fantasie erotiche ne
abbiamo anche noi, tante e vivide, ma non ne facciamo un peso per la
collettività e non sono preponderanti nella quotidianità e senza offuscare la
capacità d’amore.
Paola – Napoli
Non mi stancherò mai di ripetere, anche se inutilmente, che
trovo sbagliata la generalizzazione: non tutti gli uomini d’età piantano la
moglie per le giovanissime, non tutte le donne mature si accontentano dei
piaceri che hanno dovuto trascurare quando erano impegnate come madri e mogli.
Mi par di capire che più passa il tempo, più le donne amano troppo gli uomini
regalando loro ogni virtù, più finiscono per detestarli, fonte di ogni
debolezza e viltà. Non sarebbe ora di trovare noi una via di mezzo? Amarli per
quel che sono e non per quello che noi vorremmo fossero, e talvolta, purtroppo,
restarne deluse per ciò che non negli uomini, ma in quell’uomo, ci siamo
rifiutate di vedere prima. Io sono circondata da coppie che festeggiano i 60
anni insieme, che hanno passato momenti difficili, ma più forte di tutto è
stata la loro unione che a tutto ha resistito. Quanto a Ceronetti, si sa, è uno
scrittore geniale e dispettoso (mi aveva colpito decenni fa, il suo alimentarsi
solo di semi e radici) e quindi non bisogna prenderlo troppo sul serio.
Natalia Aspesi- Venerdì di Repubblica – 13 giugno 2014 –
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